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IL RUOLO E LA FUNZIONE DI CONTROLLO DELLA CORTE DEI CONTI
Nella stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che avrà un
suo spazio temporale di attuazione, si dovrà tenere conto - come ampiamente
si è detto - di sei direttrici, che costituiranno lo “spirito strategico” e animeran-
no il documento programmatico in questione:
1. digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;
2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
3. infrastrutture per la mobilità;
4. istruzione, formazione, ricerca e cultura;
5. equità sociale, di genere e territoriale;
6. salute.
A supporto delle scelte da effettuare, che devono necessariamente risultare
coordinate dalla Presidenza del Consiglio, sono da chiamare a raccolta le miglio-
ri intelligenze dotate della conoscenza del grado di funzionalità degli apparati
amministrativi che saranno tenuti ad implementarlo, dagli operatori della
SOGEI (digitalizzazione) a quelli delle Agenzie fiscali (analisi fiscale), ai ricer-
catori di Studiare Sviluppo s.r.l., società partecipata al cento per cento dal
Ministero dell’economia e delle finanze, agli statistici dell’ISTAT, ai ricercatori
dei diversi Istituti di analisi economica istituiti dalle Regioni.
Ma questo non significa che il Governo non possa ricorrere alla consulenza
di società private, dalla KPMG alla PWC, alla Mckinsey, che, tra l’altro, il Mef
ha abbondantemente utilizzato nel settore della sanità a supporto (e a garanzia)
della (obbligata) presenza dello Stato in tutte le Regioni che, a norma dell’art. 8
della legge 131/2003, sono state commissariate, nel corso di questo ultimo
decennio, in quanto avevano dimostrato di non essere in grado di fare fronte
agli insostenibili deficit accumulati a causa di fenomeni di maladministration o per
la pervicace inosservanza delle regole poste dallo Stato a presidio di quel giusto
rapporto che deve esserci tra costi (degli apparati) e servizi (benefici) ottimali
da rendere agli utenti. Tuttavia, ciò non si è rivelato sufficiente. Infatti, è opi-
nione comune, tra la classe politica nazionale (che - ironia della sorte - è per
buona parte quella stessa che ha creato il permanere delle disfunzioni rilevate
dalla cittadinanza) che occorre da subito assumere quelle misure che si possono
concretizzare in alcune poche, ed essenziali, azioni operative, molte delle quali
non richiedono l’intervento del Legislatore nazionale ma solo una diversa
“visione” (da parte della stessa classe politica) del ruolo che a ciascun soggetto
si è inteso, nel corso di questi ultimi anni, assegnare anche se solo per tacitare
la propria coscienza (alla ricerca del capro espiatorio):
a)la prima visione è che gli operatori della Pubblica Amministrazione
costituiscono un “valore” e non un peso;
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