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LA BANDA DELL’ARMA DEI CARABINIERI - CENTENARIO



                     Alla fine del XIX secolo come sottolineato dall’amico Jim Herbert, trom-
               bonista  e  didatta  americano ,  ci  fu  per  più  di  un  secolo,  dall’inizio  del
                                            (1)
               Novecento, una migrazione di musicisti italiani di strumenti a fiato, ancor più
               ottoni, che raggiunsero posizioni di prestigio nelle orchestre americane e che
               contribuirono enormemente ad innalzare il loro livello sia in qualità di direttori
               (si ricordi su tutti il grande successo ottenuto negli anni compresi tra le due guer-
               re negli Stati Uniti da Toscanini) sia di esecutori. Un gran numero di musicisti
               italiani andò altresì ad arricchire le bande civili e militari americane e si impose
               anche in ambito didattico risultando un sicuro riferimento per generazioni di
               studenti americani, si pensi al bandleader Nick La Rocca, uno dei pionieri del Jazz
               in America. Oggi invece si può tranquillamente affermare che i termini si sono
               invertiti e la scuola americana di strumenti a fiato ha sicuramente soppiantato
               quella italiana: l’allievo ha superato il maestro, come spesso accade! Ricordo di
               aver  ascoltato  circa  vent’anni  fa  un  gruppo  di  ottoni  della  Chicago  Symphony
               Orchestra, a Roma negli studi di via Asiago, ospiti di una trasmissione radiofonica
               e di essere rimasto strabiliato dalla loro precisione esecutiva e dalla tecnica.
                     Ma la realtà italiana della musica per fiati è in attesa di un riscatto che non
               può non venire dalla tradizione, di pari passo al rinnovamento di un modello di
               gruppo musicale vicino alla gente che è la banda, magari in una veste più dina-
               mica rispetto a prima, che assecondi i nuovi riti collettivi della società moderna
               quali i concerti pop e che allarghi la prospettiva verso generi musicali diversi. Le
               bande militari partecipano con una certa frequenza, da ormai mezzo secolo a
               questa parte ai Tattoo militari; queste manifestazioni, molto seguite nel Nord
               Europa, negli Stati Uniti e in Russia, sono un luogo dove le bande, un tempo
               solo quelle militari oggi anche quelle civili e i gruppi folklorici, si esibiscono di
               fronte  a  spettatori  paganti  assiepati  sugli  spalti  all’aperto,  o  all’interno  di
               impianti sportivi al chiuso, in spettacoli musicali che prevedono delle coreogra-
               fie e movimenti prestabiliti.
                     Le bande civili entrano sempre con più frequenza in video musicali di arti-
               sti pop italiani e stranieri; si pensi al video girato da Marco Mengoni per il sin-
               golo  Muhammad  Alì  ,  ma  anche  al  trombettista  jazz  di  fama  internazionale
                                    (2)
               Paolo Fresu, che ha realizzato proprio in questo periodo di lockdown un bellissi-
               mo video con la Banda sociale di Pozza di Fassa con delle suggestive immagini
               della banda, che suona insieme all’artista; a far da sfondo le meravigliose mon-
               tagne dell’Alto Adige.

               (1)   Autore di una bellissima tesi di laurea, nel 1986, presso la Columbia University dal titolo The
                     wind band of  nineteenth-century Italy: its origins and transformation from the late 1700’s to mid-century.
               (2)   Banda Musicale Alceo Cantiani di Ronciglione e Marco Mengoni https://youtu.be/-dABj9R5D5s.

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