Page 279 - Rassegna 2019-4
P. 279
LIBRI
quali citiamo per brevità solo Cosa nostra siciliana o la camorra n.d.r.) hanno costi-
tuito oggetto di sentenze passate in giudicato come pure non ancora definitive.
Mirando pertanto a determinare “l’anima storica” del soggetto obiettivo di
indagine, viene allora individuato, quale elemento peculiare della stessa “l’espansio-
ne mafiosa, il processo di colonizzazione”, in considerazione della “progressiva,
quasi inarrestabile espansione della ’ndrangheta in territori diversi da quelli di ori-
gine”.
Si è infatti realizzato l’inserimento nelle aree di immissione di trasformazioni
sociali e di sistema, sempre più profonde e diffuse, in modo tale che possa ritenersi
attuato il processo di colonizzazione. Vengono però preservati alcuni tratti distin-
tivi del posto, che si riallacciano alla sua storia. Così il contesto permette “di non
avvertire lo smottamento di identità, di rinviare il più possibile il giorno della con-
sapevolezza”.
E della colonizzazione viene evidenziato lo strumento più incisivo, laddove è
indicato “un uso saggio, machiavellico della violenza”, fatto ondeggiare tra “lo spe-
gnere” ed “il vezzeggiare”: in tal senso ne viene così posto in risalto il carattere pre-
minente, quello dell’intimidazione nei riguardi di chi non si adegua.
Ma la diffusione della ’ndrangheta con modalità differenti non solo a Reggio,
ma anche in tante località medie e minori del Nord Italia, rende non più sufficiente
per essa la definizione di associazione mafiosa, obbligando a chiarire l’esatta e più
profonda natura del fenomeno. Nel lavoro, risulta allora chiaro l’intendimento
degli autori di provvedere a sciogliere questo “nodo concettuale”.
Dopo aver ripercorso sinteticamente, ma con scrupolo scientifico, le tappe più
significative di un dibattito che ha a lungo animato la dottrina, gli stessi hanno indi-
viduato, in ordine al punto, alcuni caratteri peculiari della ’ndrangheta.
Ciò premesso, l’opinione espressa nel testo è che la ’ndrangheta sia da conside-
rare come “un movimento sociale di conquista”, orientato “alla sovversione di
civiltà esistenti, attraverso forme di civilizzazioni dal basso guidate da un orizzonte
identitario irriducibile”. Movimento anche demografico che non è da identificarsi
in tutto con la ’ndrangheta, ma del quale la stessa rappresenta, in sostanza, “l’ossa-
tura egemonica”.
E nel testo sono evidenziati, sulla scorta di uno studio attento alla realtà umana
e sociale, i meccanismi alla base del fenomeno.
Fenomeno del quale si provvede altresì a tracciare, quale movimento sociale di
conquista, un significativo ed affascinante parallelo sul piano storico, laddove, si
richiama, anche se “sideralmente diversa”, la vicenda storica dell’Olanda del
Seicento cosi come descritta da un grande studioso in materia, Johan Huizinga .
(4)
A conclusione di queste note concernenti un lavoro di grande impatto non solo
per il tema trattato ma anche per i già evidenziati rigore scientifico e non comune
coraggio civile, sia consentita una considerazione: l’analisi lucida e puntuale ha sì
costantemente e coerentemente caratterizzato l’intera opera, ma sempre presente,
seppure non ostentata per il rispetto dovuto alle esigenze di obiettività scientifica,
risulta una profonda e mai sopita indignazione morale.
Dottoressa
Chiara Pistilli
(4) Johan HUIZINGA, La civiltà olandese del Seicento, Torino, Einaudi, 2008 (edizione originale 1933).
277