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LIBRI
Mario Caligiuri
Come i pesci nell’acqua. Immersi nella disin-
formazione
Rubbettino Editore, 2019, pagg. 96, euro 12.00
«Una cosa di cui i pesci non sanno assolutamente
nulla è l’acqua». Questa frase, che ha chiaramente
ispirato il titolo del libro di Mario Caligiuri, profes-
sore ordinario di pedagogia della comunicazione
all’Università della Calabria, dove dirige il Master in
Intelligence, è del sociologo Marshal McLuhan che fu
tra i primi, negli anni settanta, a interrogarsi sugli
effetti che la comunicazione, allora in gran parte
affidata ai giornali e alla televisione, poteva avere sui
singoli e sulla società nel suo insieme.
McLuhan, per motivi puramente anagrafici, non
ebbe modo di conoscere gli attuali sviluppi della rete internet e dei social network.
Tuttavia, questa sua frase identifica al meglio il senso di spaesamento e di incertez-
za che può assalire i fruitori dei nuovi media, se non sono sufficientemente attrez-
zati per capirne i meccanismi più profondi, nascosti e a volte pericolosi.
Non mancano gli esempi di campagne di disinformazione che hanno causato
danni assai rilevanti a livello planetario, manipolando i mercati, le istituzioni e le
persone, così come casi di scuola in cui servizi apparentemente innovativi, senza
una seria e pregressa valutazione etica, rischiano di produrre attentati alla privacy e
discriminazioni.
Ed è qui che interviene il ruolo centrale dell’educazione, in una fase storica in
cui diventa necessario «dare forma e guidare il futuro del digitale» smettendo «di
costruirlo mano a mano che andiamo avanti. È il momento di lavorare su un
modello innovativo, per un’infosfera migliore», come afferma Luciano Floridi,
insegnante alla Oxford University, nella sua preziosa prefazione al volume.
Insomma, nella «guerra delle informazioni» l’unica arma da contrapporre è «la
centralità culturale della pedagogia», soprattutto nei confronti della generazione più
esposta, quella dei “nativi digitali”. Infatti, «i messaggi prevalenti con i quali i gio-
vani si confrontano a livello cognitivo per comprendere la realtà sono i contenuti
del web, in una continua sovrapposizione tra reale e virtuale».
Preso atto che «la società della disinformazione sarà sempre più centrale nei
prossimi anni», la pedagogia della comunicazione - della quale nel libro sono decli-
nate con precisione le strategie educative da adottare - «può rappresentare uno
strumento fondamentale per affrontare questa sfida già in atto», abituando le per-
sone a selezione le fonti attendibili, ad acquisire le informazioni rilevanti e a scar-
tare quelle ininfluenti o dannose, con un metodo che si può far derivare a pieno
titolo dall’intelligence.
Solo l’educazione, che allo stato attuale non è ancora colpevolmente al centro
delle scelte politiche e del dibattito pubblico, ma sulla quale si deve puntare e inve-
stire, può rendere dunque i fruitori di internet pienamente consapevoli dell’ele-
mento in cui, proprio come i pesci, si trovano a dover “nuotare”.
Dottor
Raffaele Cardamone
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