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AUTODETERMINAZIONE, SECESSIONE E ORDINE INTERNAZIONALE
Norimberga, 1923
Il Freikorps Oberland sfila per le strade della città dopo il suo ritorno dall’Alta Slesia
(https://de.wikipedia.org/wiki/Freikorps_Oberland)
L’attività della Missione Interalleata può dunque essere caratterizzata nei
termini di una lesson learned? Non c’è dubbio, tanto più se a fianco delle pro-
blematiche a carattere operativo, si tiene conto dei profili giuridici e diplomatici
della vicenda. Ed è proprio adottando questa prospettiva che emergono le mag-
giori criticità, a partire dal fatto che le disposizioni del trattato di Versailles ave-
vano ben pochi appigli nella realtà. La questione dell’Alta Slesia era infinitamen-
te complessa: il fatto di averla liquidata in pochi articoli era la cifra di una cono-
scenza superficiale della situazione, o peggio, di una sua lettura in chiave ideo-
logica.
Ancora: se la stella polare che aveva guidato la Missione Interalleata era il
diritto all’autodeterminazione dei popoli, perché non si era scelta una soluzione
‘belga’, con un Alta Slesia suddivisa in cantoni e indipendente tanto dalla
Germania, quanto dalla Polonia ?
(57)
(57) Sulla plausibilità di questa opzione, si veda per tutti Tomasz KAMUSELLA, Upper Silesia in
Modern Central Europe: on the Significance of the Non-national/A-national in the Age of Nations, in
Tomasz KAMUSELLA, James BJORK, Timothy WILSON, Anna NOVIKOV (eds), Creating
Nationality in CENTRAL EUROPE, 1880-1950. MODERNITY, VIOLENCE AND (BE) LONGING IN
UPPER SILESIA, London, Routledge, 2016, pp. 24-68.
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