Page 16 - Rassegna 2019-2
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DOTTRINA



                  Nel raggiungimento di questi obiettivi certamente non può rinunciarsi agli
             strumenti di repressione, alcuni, peraltro, dimostratisi di straordinaria efficienza
             o dalle promettenti potenzialità (e penso, in particolare, non soltanto alla con-
             fisca e all’importanza cruciale che oggi riviste il tema dell’asset recovery nel con-
             trasto alla criminalità da profitto, ma anche a innovativi strumenti “terapeutici”,
             recentemente  emersi  in  Italia,  come  il  commissariamento  pubblicistico  di
             imprese “inquinate” dalla criminalità organizzata).
                  Con la legge n. 3 del 2019 (la cosiddetta legge “Spazza-corrotti”), del resto,
             l’impianto normativo dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato ulte-
             riormente inasprito, dovendosi ormai registrare la tendenza del legislatore verso
             la creazione - in tema di contrasto alla corruzione - di una sorta di microsistema
             differenziato e parallelo rispetto ai canali classici della repressione penale, un po’
             sulla scorta dell’esperienza normativa di contrasto alla criminalità organizzata.
                  Tuttavia, insisto da diversi anni nell’evidenziare come la vera scelta vincen-
             te di una buona governance pubblica risieda nel valorizzare la prevenzione e i
             meccanismi premiali e di incentivo per i soggetti economici “compliant”.
                  Gli obiettivi di regolazione dei pubblici poteri, in sostanza, dovrebbero con-
             centrarsi sulla creazione di meccanismi operativi in grado di consentire alla pub-
             blica amministrazione di individuare e di estirpare preventivamente ogni situazio-
             ne di conflitto di interessi e, in generale - nel concreto evolversi dei rapporti con
             le imprese, il mondo economico nel suo complesso o il semplice cittadino - ogni
             fenomeno idoneo a costituire l’avamposto di futuri accordi corruttivi e illeciti.
                  E ciò mediante l’adozione di strumenti che, agendo su fasi e problemati-
             che differenti, garantiscano un approccio integrato al tema in questione, tenen-
             do conto dell’esigenza di prevenire non soltanto vicende di potenziale rilevanza
             penale, ma anche più semplicemente fenomeni di mala-administration che posso-
             no rappresentare un ostacolo rilevante all’efficiente allocazione delle risorse nel
             mondo economico.
                  Le positive iniziative recentemente emerse al riguardo nel panorama nor-
             mativo (non soltanto) italiano passano dalla creazione di autorità amministrati-
             ve indipendenti anti-corruzione con importanti compiti di vigilanza e controllo
             sulle imprese e sul settore dei contratti pubblici, all’adozione di codici di con-
             dotta dei dipendenti pubblici e meccanismi di tutela del whistle-blower, alla valo-
             rizzazione  della  trasparenza  garantendo  il  diritto  dei  cittadini  all’accesso  ai
             documenti (si pensi al FOIA, Freedom of  Information Act), fino alla diffusione di
             piani operativi di individuazione, mitigazione e gestione concreta del rischio-
             corruzione  nelle  pubbliche  amministrazioni  (modellati  sulle  caratteristiche  e
             sulle esigenze del singolo ente).


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