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TUTELA AMBIENTALE NELLE OPERAZIONI DI DRAGAGGIO IN AMBITO PORTUALE



                    Come si può notare, nelle precedenti tabelle sono contenute sia le analisi
               da compiere, che gli elementi per la classificazione delle acque, in base a para-
               metri oggettivi.
                    Nel caso in esame, gli Organi accertatori hanno riscontrato non solo l’in-
               torbidimento delle acque circostanti la zona di lavoro, ma anche fuori dalle per-
               tinenze del porto di La Spezia, dove è andato distrutto un allevamento di mitili,
               segno inequivocabile del degradamento della qualità delle acque, fosse pure a
               causa di una “semplice” anossia.
                    Al di là delle considerazioni prettamente tecnico-giuridiche, l’evento in
               esame ha portato alla luce un caso di mala gestione nelle opere di bonifica e
               una ancor peggiore interpretazione del valore stesso delle azioni ad essa con-
               seguenti: la totale o parziale inosservanza delle norme, dovuta a questioni di
               tempo - ovvero economiche - nella gestione dell’appalto. Come è chiaro, quin-
               di, tutte quelle prescrizioni in merito alla mitigazione dell’intorbidimento delle
               acque, al lavaggio della benna, alla tenute delle paratie ecc., erano azioni neces-
               sarie per non mettere a rischio il già delicato ecosistema costiero, reso ancora
               più sensibile dalle normali attività portuali, non certo esempi di sostenibilità
               ambientale.
                    Giova ricordare che i porti industriali sono inseriti in una rete di Siti di
               Interesse Strategico Nazionale (SIN) i quali, se da un lato agevolano la logistica
               delle merci e gli spostamenti delle persone, dall’altro necessariamente compor-
               tano maggiori emissioni di agenti inquinanti in spazi relativamente ristretti. Il
               legislatore ha inteso mediare il diritto alla mobilità delle persone e la crescita del
               settore logistico, con le esigenze ecologiche, al fine di garantire lo sviluppo eco-
               nomico e sociale. Per questa ragione è necessario attenersi strettamente ai rigidi
               protocolli di gestione, ivi compresi quelli relativi ai cicli di smaltimento delle
               sostanze potenzialmente pericolose.
                    Infine, dall’esame del fatto-reato in trattazione, risalta la spregiudicatezza
               della Ditta appaltatrice la quale era ben conscia del quadro normativo comples-
               so che regola le opere di questo tipo (cfr. il blocco dei lavori per fermare l’in-
               torbidimento delle acque), pur tuttavia non ha considerato il fattore più impor-
               tante: quello ambientale.
                    Un’ultima  considerazione  riguarda  la  sanità  pubblica,  sia  a  breve  sia  a
               lungo termine: nel nostro caso, se da un primo esame sembri che ad aver rice-
               vuto un danno siano stati gli allevamenti di mitili, a ben vedere, la mole di
               metalli pesanti e idrocarburi mescolatisi ai sedimenti e portati in sospensione
               hanno creato un danno all’ambiente costiero circostante, solo in parte riassor-
               bito dall’ambiente marino.


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