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TRIBUNA DI STORIA MILITARE
inoltre, sempre con diverse sfumature, si nota nella maggior parte degli
autori un atteggiamento di maggiore distanza verso i fenomeni che si stavano
affacciando nella stagione politica sin dall’inizio del XX secolo con l’età giolit-
tiana. D’altronde è anche evidente che gli ufficiali rappresentavano bene la figu-
ra dell’uomo di legge e di diritto vicino alle istanze governative.
Un aspetto che emerge dai diversi contributi è legato all’interesse verso la
storia e la sua divulgazione. Moltissimi articoli, saggi e volumi sono dedicati
proprio a questioni storiche; addirittura due autori (Gorini e Barengo) si muo-
vono anche in ambiti contermini (la museologia e la bibliografia), pur sempre
legati all’ambiente militare di provenienza. Qualitativamente è interessante
osservare come vi fosse un’attenzione all’uso delle fonti primarie (Denicotti,
Gorini e Barengo soprattutto), facendo emergere un’evidente formazione di
alto livello a prescindere dal conseguimento del titolo universitario.
La produzione dei personaggi in questione, inoltre, si sviluppa lungo l’ar-
co della carriera sin dai gradi di ufficiale subalterno (Baù, Barengo, Caretta) o
una volta raggiunta la promozione a capitano (Grossardi, Denicotti, Gorini).
Si consideri poi che molti tra questi hanno terminato la carriera con posi-
zioni di pieno rispetto, nel grado di colonnello (Grossardi, Caretta e Barengo)
o di generale (Denicotti e Gorini), mentre solo Baù, proveniente da un percorso
professionale diverso e più lento, ha cessato il proprio servizio con il grado di
primo capitano.
Si può affermare, pertanto, che, anche grazie a loro, l’istituzione ha potuto
rileggere il proprio passato e il proprio presente per affrontare le sfide che
sarebbero apparse negli anni successivi.
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