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3^ CONFERENZA SUL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO (DIU)
Ma ha ammonito sulla necessità di non cadere nell’equivoco di ritenere
che il percorso dell’umanizzazione possa dirsi compiuto. In primo luogo, il
Ministro ha fornito un’analisi della prospettiva classica in cui la popolazione
civile rileva sotto il profilo del diritto internazionale umanitario: quella della
protezione. Nelle parole del Ministro, oggi la guerra è cambiata significativa-
mente rispetto al passato: fra i mutamenti più sostanziali, uno è costituito dal
fatto che il centro di gravità di quasi tutti i conflitti contemporanei non è più il
momento dello scontro con l’esercito nemico bensì proprio la popolazione
civile. È la gente, ha indicato il Ministro, cioè la comunità nella sua dimensione
non solo fisica ma anche culturale, a costituire al tempo stesso l’obiettivo del
conflitto e l’arena all’interno della quale esso si svolge. Mai come oggi quindi la
popolazione ha bisogno di tutela durante i conflitti armati, perché mai come
oggi la popolazione civile costituisce il centro in senso sia fisico sia concettuale
dei conflitti armati. E questa centralità consente di costruire un ponte anche
verso la concettualizzazione di un ruolo diverso della popolazione civile nei
conflitti, quello di parte attiva del momento genetico ed esecutivo del diritto
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