Page 122 - La Grande Guerra dei Carabinieri
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122   La Grande Gueraa dei Carabinieri                                FotograFia e grande guerra: un patrimonio culturale
                                                                Fotografia aerea della costa dalmata.
                                                                Aerial photograph of the Dalmatian coast.
                                                                1915-1918. Roma, Museo Centrale del Risorgimento.


                                                                 e, al tempo stesso, della “sacralità laica” delle opere d’ar-
                                                                 te, considerate patrimonio dall’intera umanità(Riguardo

                                                                 a Ugo Ojetti critico d’arte si rinvia all’importante con-
                                                                 tributo di Marta Nezzo in bibliografia). La distruzione
                                                                 della cultura era considerata un atto vigliacco e incivile,
                                                                 una sorta di sordida profanazione sacrilega, alla stessa
                                                                 stregua delle violenze compiute dagli eserciti invasori nei
                                                                 confronti della inerme popolazione civile.
                                                                    Il concetto che il patrimonio artistico nazionale fos-
                                                                 se un efficace mezzo di propaganda da utilizzare contro
             me foto di valli, cime innevate, panorami al tramonto che   “il nemico” trovò un immediato riscontro nella produzio-
             apriranno la strada, a guerra finita, alla fotografia da pa-  ne fotografica dove i dipinti, gli affreschi, le chiese colpi-
             esaggio e alla cartolina.                           ti dalla guerra furono ampiamente documentati. Lo stes-
                La Grande Guerra fu un momento di progresso della   so Ojetti curò per l’Ufficio Speciale del Ministero della
             fotografia, sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto l’aspetto ar-  Marina il volume I monumenti italiani e la guerra. Interes-
             tistico. La fotografia però non si limitava ad essere utiliz-  sante opera al quale farà seguito nel 1942 la pubblicazio-
             zata solo per uso tattico o privato, diversi furono gli uti-  ne del volume curato dalla Direzione Generale delle Arti
             lizzi tra i quali quello più noto, recentemente studiato e   La protezione del patrimonio artistico nazionale dalle offese della
             valorizzato specialmente in occasione dell’attuale Cente-  guerra aerea. Altro interessante, e poco noto, utilizzo della
             nario della Grande Guerra, è nel campo della salvaguar-  fotografia durante la prima Guerra Mondiale fu nel cam-
             dia dei beni culturali. Le immagini scattate nel 1914 ai   po sanitario. Le direzioni degli ospedali, cone l’Istituto
             danni alla Cattedrale di Reims, nonostante le protezioni   Rizzoli di Bologna, o la stessa Croce Rossa commissio-
             antiaeree, furono di grande utilità in Italia ai tecnici del-  narono a studi fotografici privati la realizzazione di foto-
             le Regie Soprintendenze ai Monumenti e alle Antichità e   grafie, su ferite e traumi fisici, a scopo e didattico per le
             al Genio Militare per studiare nuove e più adeguate tec-  scuole infermieristiche e per le università di medicina, o
             niche di protezione, avviando così un modello di utiliz-  per documentare le varie fasi del processo di costruzione
             zo scientifico della fotografia nel campo dell’arte che ha   delle protesi artificiali e delle successive fasi di riabilita-
             raggiunto alti livelli da renderla, sempre più strumento   zione dei militari feriti.
             indispensabile per lo studio, la salvaguardia e la valoriz-  Anche se il conflitto per l’Italia termina il 4 novembre
             zazione del patrimonio artistico. Ugo Ojetti, sottotenen-  del 1918 l’ultima fotografia, che chiuderà definitivamente
             te del Genio, aveva così descritto il bombardamento te-  il lungo racconto visivo della Grande Guerra, venne re-
             desco sulla cattedrale di Reims nelle pagine del Corriere   alizzata il 4 novembre del 1921 sul Vittoriano alla tomba
             della Sera: “C’è la rovina e c’è la profanazione”. In questo caso   del Milite Ignoto. Il complesso celebrativo e la cerimonia
             si trattava di profanazione dello spazio sacro della chiesa   del trasporto della salma a Roma costituì «la più grande
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