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LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI


























                                                      di SIMONA GIARRUSSO
























                            carabinieri  di  Napoli  hanno  mescolato  stesso spaventata. Aveva già assistito inerme allo scio-
                           armi e molti, avvinti nello stesso anelito  Se anche l’Arma si fosse allontanata, i Napoletani sa-
                                                                    glimento e alla dispersione di tutti i reparti dell’Esercito.
                           il  loro  sangue  con  quello  dei  fratelli  in
                                                                    rebbero rimasti soli, in balia delle orde tedesche o nella
                           di libertà e di indipendenza, sono caduti
            “I sulla stessa barricata o sull’orlo della stessa
                                                                    della  città,  il  Colonnello  Hans  Scholl  ordinò,  tra  le
            fossa comune, fatta loro scavare dagli esecrati carnefici.”  morsa della malavita locale. Appena assunto il comando
            In queste parole del Generale Filippo Caruso, comandante  altre cose, al punto 5 del suo proclama, che, nell’arco
            racchiusa l’essenza di quello che è stato il contributo  consegnasse le armi, e che le forze di polizia rimanessero
            del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri, è
                                                                    delle 24 ore, e quindi entro il giorno 13, la popolazione
            dell’Arma alla lotta di Liberazione durante le “Quattro
                                                                    armate solo di pistole, cedendo il resto dell’armamento.
            Giornate” di Napoli, nome con il quale è nota l’insur-
                                                                    bombe, le mitragliatrici, le cartucce e l’altro munizio-
            rezione  del  popolo  partenopeo  contro  l’occupazione  Non fu così. Nelle stazioni dell’Arma i moschetti, le
            nazi-fascista, che valse al capoluogo campano la medaglia  namento  vennero  interrati,  celati  in  luoghi  sicuri,  in
            d’oro al valor militare. All’arrivo in città della divisione  attesa della sommossa. Quelle armi sarebbero in seguito
            corazzata “Ermann Göring” il 12 settembre 1943, tutta   state tratte dai ricoveri antiaerei, dai mucchi di pietre,
            la Legione rimase in servizio, comandante compreso.     dalle grotte, dai fossi dei giardini per essere distribuite
            A  Napoli  la  situazione  si  presentava  molto  diversa  a carabinieri e patrioti. Ai tedeschi vennero consegnati
            rispetto ad altre città. Qui, l’arrivo delle truppe alleate  solo “vecchi catenacci”: fucili ad avancarica e armi inef-
            era imminente. La popolazione era indignata e al tempo  ficienti  che  servivano  solo  a  far  numero.  E  quando



                                                               NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. SPECIALE ANNO VIII   57
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