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PAGINE DI STORIA
La situazione, fra
Molise, Matese e
comparsa del gruppo criminale a Roccamandolfi de-
terminò il colonnello a modificare immediatamente
la gravitazione, muovendo il dispositivo ad accerchiare Irpinia, proseguiva
quel piccolo centro il 1° settembre. Furono eseguiti
un centinaio di arresti, fra banditi e fiancheggiatori, si ad essere critica,
strinse il cerchio attorno a Cicchino, che infine fu cat-
turato il 5 settembre fra Roccamandolfi e Castelpe-
troso (Campobasso), e fucilato dopo regolare processo ad esempio a
il 4 ottobre. Al Peracchi giunse una Menzione Onore-
vole, poi commutata in Bronzo al Valor Militare. Piedimonte d’Alife
In quegli stessi giorni fu messo a segno da carabinieri
reali e fanti un altro importante colpo a Frosolone (oggi Piedimonte
(Campobasso), catturando 17 sbandati borbonici e 3
evasi il 13 agosto dal carcere di Cantalupo del Sannio
(Isernia). Il Generale di Brigata Onorato Rey di Vil- Matese, Caserta)
larey, comandante le truppe nel Matese, che cadrà a
Custoza ed ebbe nell’occasione l’Oro al Valor Militare, un plotone di 24
propose una vera pioggia di ricompense, includendo
fra i meritevoli di Menzione Onorevole anche 13 cara-
binieri reali. Fra i decorati ancora il brigadiere Martino bersaglieri soffrì
Brunelli.
Alla fine del 1861 venne dato nuovo impulso alle ri- 8 morti per l’attacco
cerche delle bande Caruso e Cascione, nell’impenetrabile
zona del bosco della Grotta. Oltre ai carabinieri reali,
ai militi della Guardia Nazionale e a unità di 36° e della banda Cicchino,
45° (brigata Reggio) fanteria, partecipò anche un drap-
pello dei Lancieri di Montebello. Questo, agli ordini del che spadroneggiava
sottotenente Francesco Maria Carlo Cigala Fulgosi,
il 16 dicembre 1861 era in sosta a Verticchio, per rifo- nell’area
cillarsi e abbeverare i quadrupedi. Ben 200 briganti di
Cascione e Caruso accerchiarono i 24 lancieri, che
dovettero rifugiarsi e asserragliarsi nella vicina masseria della masseria, e poteva ritenersi imminente la resa e
De Matthaeis, tranne due. Uno venne abbattuto men- il massacro dei lancieri, quando giunse il contingente
tre fuggiva, l’altro riuscì a raggiungere il piccolo centro di rinforzo. Il Luogotenente Acqua ebbe la presenza
di Rotello (Campobasso) per dare l’allarme. Mentre i di spirito di scegliere l’opzione operativa più saggia,
lancieri si difendevano disperatamente sperando in anche se apparentemente avventata. Ingaggiare uno
rinforzi, partì da Rotello un plotone di 28 fanti del scontro a fuoco in quelle condizioni, con armi mono-
36°, al comando del Luogotenente Giacomo Acqua, e colpo e dalla precisione relativa, contro un avversario
una trentina di militi della Guardia Nazionale col loro più numeroso e abile a sfruttare terreno e ripari,
capitano. I briganti avevano dato fuoco al pagliaio avrebbe consentito a questi di rendersi conto della si-
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO X 27