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CARABINIERI DA RICORDARE
5. DANIELE FERRARI CON LA MOGLIE CORDELIA CAMPANI
In un caposaldo assediato, estremo baluardo di un sistema battaglione, mortalmente ferito ne guidava le ultime gesta,
difensivo, affrontava con morale altissimo le prove più deciso a far della vita cruento olocausto alla patria. Più
dure imposte dalla difficile situazione. Particolarmente si volte ferito d’arma da fuoco, trafitto da baionetta e dato
distingueva nel corso di asprissimi combattimenti, sempre per morto, restava tre giorni esanime nel campo, salvato
pronto a partecipare alle imprese più rischiose. Durante alfine da pattuglie avversarie inviate alla ricerca dei so-
lunghe ore di dura lotta contendeva palmo a palmo il ter- pravvissuti su ascoltata richiesta dello stesso comandante
reno all’attaccante, continuando a combattere imperterrito del travolto caposaldo. Figura luminosa in cui trovano
fino a quando cadde ferito. Bell’esempio di fiero sprezzo nuovo splendore le virtù eroiche dell’Arma». Addirittura
del pericolo. A.O., 21 novembre 1941». il Generale Guglielmo Nasi, tra le figure di spicco sul
Inoltre, sempre per il suo comportamento eccezional- fronte africano, finita la guerra, inviò a Ferrari una fo-
mente eroico, venne anche promosso a sottufficiale per tografia con una dedica: «Al compagno d’arme di Gondor
meriti di guerra, come riporta il Bollettino Ufficiale – Carabiniere Daniele Ferrari. Valoroso combattente di Cul-
Dispensa 9.1952 del Ministero della Difesa del 10 feb- qualber. Modena, 25 aprile 1946».
braio 1951: «Carabiniere pluridecorato, animoso e provato Grazie alle Convenzioni di Ginevra che, tra le tante
a duri cimenti, aveva creato attorno a sé un fascino leg- prerogative, ebbero il compito di tutelare i feriti e gli
gendario che suscitava portentose emulazioni. Durante tre ammalati gravi, Daniele Ferrari fu rimpatriato e tornò
mesi di stretto assedio, di stremante penuria e disperati in Italia nell’aprile del 1943. Tornato nella frazione di
combattimenti, offrendosi volontario in aggressive sortite, Rondinara, a Scandiano, durante la sua convalescenza
recava un personale contributo a conseguire vittorie di- conobbe la vianese Cordelia Campani. I due si inna-
fensive imponendosi anche per capacità di comando a capo morarono da subito e si sposarono nel 1944. Daniele
di ardimentosi e delicati pattugliamenti. Nell’epilogo della Ferrari continuò il servizio nei ranghi dell’Arma, rag-
lotta, ridotto con pochi superstiti attorno al comandante di giungendo il grado di maresciallo. Comandò diverse
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