Page 59 - Notiziario 2025-1
P. 59
CARABINIERI DA RICORDARE
IL MARESCIALLO DANIELE FERRARI
“Arrendetevi!”, gridai ancora una volta. Ma tutto fu inu-
tile, continuarono a venire avanti. Esitai ancora qualche
attimo; non volevo dare l’ordine che avrei dovuto. I miei
soldati si erano messi in ginocchio a terra ed avevano pun-
tato i fucili. Anche a loro tremavano le mani, in attesa
dell’ordine che sarebbe venuto. “Arrendetevi!” gridai ancora
una volta, Ma fu tutto inutile; continuavano a venire
avanti e forse non ci vedevano nemmeno. “Fuoco!”. Appena
la nuvola di polvere causata dagli spari si levò, davanti a
noi non c’era è più nessuno, tutti morti!».
Da Culqualber tornarono a casa solo sette Carabinieri,
tra i quali Daniele Ferrari. La situazione in quella bat-
taglia divenne talmente drammatica che il carabiniere
dovette prendere il comando degli ultimi superstiti ita-
liani, perché tutti i graduati presenti erano morti. Il ca-
rabiniere emiliano fu ritrovato dagli inglesi tre giorni
dopo la conclusione della battaglia: era sotto un cumulo
di cadaveri, in condizioni disperate. Al momento del
ritrovamento aveva un «fianco squarciato da un bombar-
damento, una scheggia gli ha portato via un frammento di
osso iliaco, una baionetta gli ha trafitto polmone e fegato,
il calcio di un fucile gli ha fratturato setto nasale e costole;
ferite minori si contano su tutto il corpo», come si legge
sulle carte conservate dai familiari e sulla relazione del
colonnello già comandante della ‘difesa di Culqualber”
Augusto Ugolini. In una dichiarazione autografa, Da-
niele Ferrari dichiarò anche di aver avuto come “com-
pagno” di convalescenza il sergente Bono Antonio,
che fu con lui nella stessa ambulanza e poi nel letto
dell’ospedale. Ferrari fu assistito dai medici inglesi,
prima nell’ospedale di Gondar e poi Decameré, per
essere successivamente trasferito nel campo di prigio-
nia di Zonderwater per la convalescenza. Per il suo
valore e coraggio venne nuovamente decorato con la
Medaglia d’argento al valor militare con la seguente
motivazione: «Per oltre otto mesi in linea, dava prova di
valore, alto spirito di sacrificio e attaccamento al dovere.