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PAGINE DI STORIA





                          Il desiderio


                    più martellante                                 all’improvviso e un altro per polmonite. Vengono sepolti


                   è tornare a casa,                                in  un  cimitero  improvvisato  a  circa  2  chilometri  dal
                                                                    campo, dove Cacopardo vede quattro fosse comuni che
                                                                    contengono i resti di seimila soldati russi morti di tifo
                    la domanda più                                  petecchiale. L’arrivo di un pacco da casa il 4 febbraio,
                                                                    con alcune scatolette di tonno, lo solleva d’animo. Invia
                 angosciosa è se ha                                 benedizioni alla moglie Rosa per quel dono che, evi-
                                                                    denzia, saprà «usare con grande parsimonia. (…) La de-
                                                                    bolezza è grande ed alle volte non riesco a camminare. (…)
                    ancora una casa                                 Mi fanno male i reni: le mani sono congelate per l’acqua
                                                                    fredda; non ne posso più». Il diario viene sospeso dal 6
                       in cui tornare.                              febbraio all’8 maggio 1945, quando la guerra cessa in
                                                                    Europa.  Cacopardo  sintetizza  quel  periodo  con  una
                                                                    lunga  annotazione  riassuntiva  su  giorni  «neri e tristi
                  Nel cuore adesso                                  trascorsi nella più grande miseria morale e materiale» con-

                                                                    traddistinti da «sofferenze atroci, privazioni e restrizioni
               non ci sono né odio                                  personali che alle volte si perde la ragione». La vita in co-
                                                                    mune di 70-120 persone in un camerone fa sprigionare

                    né vendetta per                                 fastidi, contrasti, liti anche violente, e l’ufficiale dei Ca-
                                                                    rabinieri la definisce «penitenza massima». Da Często-
                                                                    chowa, la cui popolazione mostra di simpatizzare per
             quello che ha dovuto                                   gli italiani, il 9 agosto 1944 i militari sono inviati a No-
                                                                    rimberga all’Offlag 73 (13A). Il morale è tirato su dai
                      subire e patire                               bollettini dal fronte che scandiscono l’ormai irreversibile
                                                                    indirizzo della guerra, e persino i bombardamenti aerei
                                                                    alleati sulla città procurano «letizia e gioia (…). Effetto
                                                                    dell’odio che abbiamo contro i tedeschi». Nuovo trasferi-
                                                                    mento il 1° febbraio a Lichterfelde, un quartiere di Ber-
            vitto è peggiorato di molto». L’ufficiale, che ha sul berretto  lino, dove le condizioni sono migliori «si mangia meglio
            il grado di tenente colonnello ma nessun segno sulla    e si gode di una certa libertà». Da qui per ben due volte
            giubba, non prova alcuna gioia da quella promozione e   gli italiani assistono al bombardamento della capitale
            si definisce il 23 gennaio «misero avanzo umano». La     del  Reich,  e  subito  arriva  l’ordine,  il  14,  di  marciare
            «più nera fame» lo attanaglia, e non sa come soddisfarla.  verso Altengrabow, Stalag 11A. In cinque giorni i pri-
            Mangia anche patate fradice, perché la razione «baste-  gionieri percorrono 120 chilometri a piedi, per scoprire
            rebbe per un piccolo di tre anni», e scrive: «Soffro terri-  che quello è «il più orrendo» dei campi di concentra-
            bilmente la fame, non ne posso più. (…) Ho sempre fame.  mento, dove sono rinchiusi oltre diecimila militari di
            (…) Una pagnotta costa L. 1.200. Il mercato nero è svi-  mezzo mondo. Per tre mesi Cacopardo dormirà su un
            luppatissimo; i tedeschi, i soldati russi ed anche i nostri sol-  tavolaccio senza pagliericcio, patendo un «freddo atroce»
            dati ed alcuni ufficiali fanno affari d’oro derubandoci di  e mangiando una sola volta al giorno «una brodaglia di
            quanto ancora possiamo possedere e che cediamo per sfa-  rape senza grassi quasi sempre liquida». Non ricevendo
            marci. La fame è brutta assai!». Due ufficiali muoiono    più nulla da casa dal 20 novembre, vende stivaloni e



            10 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IX
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