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PAGINE DI STORIA
IL TENENTE SALVATORE
CACOPARDO
Cacopardo è uno degli 810.000 italiani in divisa de-
portati. È appartenuto alla maggioranza che ha detto
“no” e ha sopportato di tutto nella resistenza passiva al
nazifascismo, piagati e spezzati nel fisico e nella psiche
ma non nella volontà. Sarebbe bastato un semplice “sì”
per tornare a casa, ma con l’obbligo di indossare l’uni-
forme dell’oppressione, quella senza alamari e con i fasci
littori al bavero, al fianco di Hitler e di tutto quello che
rappresentava. Il 24 settembre un commerciante italiano
residente ad Amburgo in divisa fascista rivolge in adu-
nata l’invito ad arruolarsi nelle SS e combattere per il
Terzo Reich. Aderisce «solo qualche ufficiale già ap-
partenente alla MVSN», la milizia del regime. Tutti gli
altri saranno smistati nell’arcipelago concentrazionario
nazista. La partenza da Celle è fissata per il 28: «Siamo
500 ufficiali di tutti i gradi fino ai colonnelli. I generali
sono partiti il giorno precedente». Vengono distribuiti vi-
veri che devono durare 5 giorni. È la prima volta che
Cacopardo ricorda di aver pianto pensando alla moglie
e ai figli. Nel vagone con capienza massima di 40 per-
sone vengono stipati in 55, «accatastati gli uni sugli altri.
(…) Quante volte durante il viaggio ho invocato la morte».
Acqua e aria vengono concessi due volte al giorno, men-
tre in quel microcosmo avvengono «scene disgustose» e
scaturiscono discussioni politiche anche animate. Il
primo rancio caldo viene distribuito a Bratislava, patate
e orzo, quindi l’ingresso in Slesia: nella sera del 3 ottobre
prigionieri di guerra a tutti gli effetti. Il 20 settembre è resa nota la destinazione, che è Dęblin, in Polonia.
era stato il Führer a imporre che fossero classificati Ita- All’apertura dei vagoni scende una massa abbrutita, su-
lienische Militärinternierte, una speciale categoria giu- dicia, trattata con disprezzo e avviata a una fortezza
ridica che si applicava ai soldati in stato di guerra che dove gli italiani possono lavarsi e cambiarsi. Un paglie-
riparavano in un Paese neutrale. Questo abuso era legato riccio diviene un lusso ambito, ma è un desiderio proi-
a considerazioni d’ordine pratico prima ancora che po- bito. Il 6 ottobre Cacopardo è immatricolato col numero
litico, perché mezza Italia era sotto occupazione nazista 22811 e assegnato al blocco 1 dello Stalag 307. Nel
e a Mussolini era stata imposta la creazione di uno stato diario si riportano le dure consegne imposte dai tedeschi,
fascista sotto tutela tedesca. Non attribuire ai militari il vitto ignobile, il cameratismo e i contrasti tra com-
italiani la condizione di prigionieri di guerra consentiva militoni, la situazione nel campo, le privazioni e l’an-
poi di eludere i controlli della Croce Rossa internazio- goscia per la lontananza da casa: «La melanconia non
nale e di non avere nessun ostacolo, né formale né mo- mi abbandona». Il 4 novembre gli IMI sono informati
rale, nell’utilizzo di manodopera nell’industria bellica. dalla radio che in Italia c’è un governo repubblicano fa-
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IX 7