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PAGINE DI STORIA
Siciliano di Messina,
classe 1894, Salvatore
sposero all’appello». La catena di comando comincia a
sfaldarsi. Assieme ai tedeschi il 10 Cacopardo raggiunge
Gostivar dove le notizie sugli attacchi partigiani co- Cacopardo è entrato
minciano a divenire preoccupanti; anche qui i tedeschi
sono salutati «trionfalmente» e l’indomani il maggiore nell’Arma nel 1920
Ganther (Günter) comunica agli italiani che tutti gli
ufficiali senza reparto possono raggiungere Skopje tra-
mite una tradotta. Cacopardo parte la sera del 12 set- come ufficiale
tembre col treno proveniente da Salonicco e diretto a
Belgrado, «con la speranza di poter rientrare in Italia» di complemento e
nonostante tutto. Da poche ore Mussolini è stato libe-
rato dall’albergo-prigione di Campo Imperatore con
uno spettacolare blitz dei paracadutisti tedeschi del vi presterà servizio
maggiore Harald Mors e dopo una tappa a Vienna sarà
a Monaco, da Hitler, per rifondare il fascismo. L’indo- per oltre un
mani, in nottata, il comando tedesco vieta agli italiani
di recarsi in città e il 14 dispone il cambio di treno, che trentennio,
stavolta è un merci per i soldati e «due brutte vetture di
terza classe per gli ufficiali. Sento la stretta al cuore di
brutti presentimenti». Il convoglio parte nella notte. Dalla arrivando al grado
Croazia muove verso l’Ungheria. La direzione è sempre
verso Est, e a ogni bivio la speranza di tornare in Italia di generale di brigata
è puntualmente frustrata. Non si comprende nulla del
presente ma si teme per il futuro: andare a finire in un
campo di concentramento è più di un semplice sospetto. della riserva
Sono prigionieri. Con il transito a Vienna, il 18, persino
l’idea di un lager in Austria diviene più accettabile di
una deportazione in Europa orientale. Il disarmo degli dove gli viene assegnato un tavolaccio senza paglia né
ufficiali dalle pistole d’ordinanza, disposto dai tedeschi, coperte, con «latrine che mente umana non può ideare –
è il suggello ai peggiori sospetti, «Siamo oggetto dal parte acqua non potabile» e ordini ferrei da rispettare. Quello
dei ferrovieri e popolazioni tedesche di aspri commenti e è solo un campo di transito, un Durchgangslager. Gli
disprezzo – apertamente ci chiamano traditori – la nostra italiani non sono prigionieri di guerra, perché non esiste
situazione è veramente pietosa; il morale bassissimo». Quel stato di guerra tra l’Italia e il Reich (il Regno del Sud
viaggio verso una destinazione ignota dura otto giorni. inoltrerà formalmente la dichiarazione solo il 13 otto-
Due sole volte ricevono un pasto caldo: gli ufficiali ita- bre), e lo stesso Hitler ha voluto che i deportati fossero
liani ignorano che agli ebrei non è mai concesso neppure considerati “internati militari”, quindi senza neppure il
quello e le condizioni nei carri merci sono peggiori di simulacro delle garanzie delle convenzioni internazio-
quelle riservate alle bestie destinate al macello. Scesi a nali, sottoposti ad arbitri e abusi. In realtà i militari ita-
terra, inizia la marcia verso Wietzendorf, dove Caco- liani catturati dai tedeschi nella primissima fase del di-
pardo è rinchiuso in un baraccone per cento uomini, e sarmo e della deportazione erano stati considerati
6 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IX