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CRONACHE DI IERI
CARTOLINA SCRITTA DAL CARABINIERE ANTONIO CIANCI AI PROPRI
GENITORI DALLA STAZIONE CC.RR. PASSO DI PIAZZA A GELA
scesero le scale e uscirono nel cortile antistante. fu uno di questi: «Mi lamentavo. Avevo paura. Un
Erano due i militari statunitensi ad aspettarli con il americano si avvicinò, mi aprì la camicia, gli indicai un
mitra impugnato: «Urlavano e ci facevano capire a gesti punto dove pensavo di essere stato colpito, vicino al cuore.
di scendere in fila indiana - raccontò Cianci a Carloni Guardò, vide che non avevo niente “Good. Good.”ripeté. I
- Ci allinearono nel cortile e ci chiesero se non ci fosse compagni caduti erano intorno a me, non mi ero ancora
nessun altro. Andarono a controllare e tutto sembrava accorto di quanti fossero». Otto carabinieri a sangue
tranquillo, loro vincitori e noi prigionieri». freddo giacevano crivellati di proiettili. Carloni, con
L’illusione non durò a lungo. Giunsero altri soldati perizia, ne ha individuati alcuni esaminando archivi
americani e presero a colpire le porte degli edifici e diari del reparto, raccogliendo memorie di soprav-
accanto alle cascine dove vivevano i contadini coi vissuti e parenti che hanno raccontato storie e questi
calci dei loro fucili: «Credevano che ci fossero altri soldati sono i loro nomi a perenne memoria: Michele Am-
e che noi avessimo mentito», racconta Cianci. A quel brosiano di Sommatino in provincia di Caltanissetta,
punto spararono raffiche di mitra contro i prigionieri padre di cinque figli; Donato Vecce e Antonio Di
disarmati. Qui si compì l’atroce delitto. Quattro cara- Vetta. Gli altri sono ancora sconosciuti. Feriti più o
binieri caddero sul colpo, altri rimasero feriti. Cianci meno gravemente il Vice Brigadiere Pancucci e
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO VIII 39