Page 37 - Notiziario Storico 2023-1
P. 37
CRONACHE DI IERI
Il 15 maggio 1946
la Corte d’Assise Durante lo scontro a fuoco il Maresciallo Di Giacomo
e il Carabiniere Birri furono feriti lievemente agli arti
di Roma definì la inferiori. A terra, riverso in una pozza di sangue,
rimase il corpo dell’Albano. Nelle tasche dei suoi pan-
taloni furono trovati documenti utili per risalire ai
banda del gobbo: componenti della banda. Contestualmente, il Maresciallo
Manlio Mosconi, a capo di un’aliquota della squadra
“un’associazione di speciale, si occupò dell’arresto nei pressi dell’abitazione
del Gigli, degli altri tre malfattori. Il 22 gennaio un
ingente spiegamento di carabinieri e poliziotti, supportati
giovani delinquenti da reparti dell’Esercito, circondò alcuni quartieri della
Capitale per catturare gli affiliati della banda. Le Forze
dotata di armi dell’Ordine effettuarono circa un centinaio di fermi e
sequestrarono un ingente quantitativo di armi da fuoco
e munizioni. Il 15 maggio 1946 la Corte d’Assise di
e mezzi idonei Roma definì con sentenza di condanna: “…la banda
del gobbo un’associazione di giovani delinquenti dotata di
per compiere azioni armi e mezzi idonei per compiere azioni contro la proprietà
privata e per ribellarsi ai tutori dell’ordine”.
Per l’attività svolta al Maresciallo Celestino Tozzi fu
contro la proprietà conferita la M.A.V.M. con la seguente motivazione:
“Comandante di squadra investigativa della Capitale
privata e per esperì complesse e diligenti indagini con abilità non comune,
che portarono alla scoperta di una pericolosa banda di
ribellarsi ai tutori malfattori, bene armata, responsabili di un’uccisione di un
carabiniere e di un militare alleato, nonché di numerosi
gravi reati, rapine ed estorsioni, avvenute in Roma e zone
dell’ordine” limitrofe, che avevano terrorizzato la popolazione. Appostato
il capo della banda che con altri affiliati stava mettendo
in esecuzione un disegno criminoso, lo affrontava decisamente
ingaggiando con pochi dipendenti violento conflitto a fuoco,
rispettive rivoltelle e aprirono il fuoco sui militari. Il sostenuto nonostante l’imprevista reazione con le armi di
Tozzi e gli altri risposero prontamente. Il primo ad altri malviventi appostati nelle vicinanze. Nel conflitto
essere colpito fu proprio l’Albano che cadde al suolo. rimaneva ucciso il capo della banda e ferito gravemente
Successivamente un suo luogotenente, pur ferito, altro delinquente. La brillantissima operazione conclusasi
continuò ad esplodere alcuni colpi d’arma da fuoco per con l’arresto di altri cinque banditi ed il sequestro di tre
poi essere bloccato dai Marescialli Ughi e Cuccaro. Il mitragliatrici e numerose munizioni riscuoteva plauso
terzo malvivente, coperto dal fuoco di alcuni compagni della cittadinanza, l’ammirazione del Comando alleato e
nascosti tra le viuzze adiacenti, riuscì a fuggire (verrà vasta eco nella stampa italiana ed estera”.
catturato il 9 marzo 1945). Giovanni Salierno
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VIII 37