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CRONACHE DI IERI








                  Il 15 maggio 1946



                   la Corte d’Assise                                Durante lo scontro a fuoco il Maresciallo Di Giacomo
                                                                    e il Carabiniere Birri furono feriti lievemente agli arti
                  di Roma definì la                                 inferiori.  A  terra,  riverso  in  una  pozza  di  sangue,
                                                                    rimase il corpo dell’Albano. Nelle tasche dei suoi pan-
                                                                    taloni  furono  trovati  documenti  utili  per  risalire  ai
                 banda del gobbo:                                   componenti della banda. Contestualmente, il Maresciallo
                                                                    Manlio Mosconi, a capo di un’aliquota della squadra

                 “un’associazione di                                speciale, si occupò dell’arresto nei pressi dell’abitazione
                                                                    del Gigli, degli altri tre malfattori. Il 22 gennaio un
                                                                    ingente spiegamento di carabinieri e poliziotti, supportati
                giovani delinquenti                                 da reparti dell’Esercito, circondò alcuni quartieri della

                                                                    Capitale per catturare gli affiliati della banda. Le Forze
                      dotata di armi                                dell’Ordine effettuarono circa un centinaio di fermi e
                                                                    sequestrarono un ingente quantitativo di armi da fuoco
                                                                    e munizioni. Il 15 maggio 1946 la Corte d’Assise di
                      e mezzi idonei                                Roma definì con sentenza di condanna: “…la banda

                                                                    del gobbo un’associazione di giovani delinquenti dotata di
                per compiere azioni                                 armi e mezzi idonei per compiere azioni contro la proprietà
                                                                    privata e per ribellarsi ai tutori dell’ordine”.
                                                                    Per  l’attività  svolta  al  Maresciallo  Celestino Tozzi  fu
                 contro la proprietà                                conferita  la  M.A.V.M.  con  la  seguente  motivazione:

                                                                    “Comandante  di  squadra  investigativa  della  Capitale
                        privata e per                               esperì complesse e diligenti indagini con abilità non comune,
                                                                    che  portarono  alla  scoperta  di  una  pericolosa  banda  di

                   ribellarsi ai tutori                             malfattori, bene armata, responsabili di un’uccisione di un
                                                                    carabiniere e di un militare alleato, nonché di numerosi
                                                                    gravi reati, rapine ed estorsioni, avvenute in Roma e zone
                          dell’ordine”                              limitrofe, che avevano terrorizzato la popolazione. Appostato
                                                                    il capo della banda che con altri affiliati stava mettendo
                                                                    in esecuzione un disegno criminoso, lo affrontava decisamente
                                                                    ingaggiando con pochi dipendenti violento conflitto a fuoco,
            rispettive rivoltelle e aprirono il fuoco sui militari. Il  sostenuto nonostante l’imprevista reazione con le armi di
            Tozzi  e  gli  altri  risposero  prontamente.  Il  primo  ad  altri malviventi appostati nelle vicinanze. Nel conflitto
            essere colpito fu proprio l’Albano che cadde al suolo.  rimaneva ucciso il capo della banda e ferito gravemente
            Successivamente  un  suo  luogotenente,  pur  ferito,   altro delinquente. La brillantissima operazione conclusasi
            continuò ad esplodere alcuni colpi d’arma da fuoco per  con l’arresto di altri cinque banditi ed il sequestro di tre
            poi essere bloccato dai Marescialli Ughi e Cuccaro. Il  mitragliatrici  e  numerose  munizioni  riscuoteva  plauso
            terzo malvivente, coperto dal fuoco di alcuni compagni  della cittadinanza, l’ammirazione del Comando alleato e
            nascosti tra le viuzze adiacenti, riuscì a fuggire (verrà  vasta eco nella stampa italiana ed estera”.
            catturato il 9 marzo 1945).                                                                Giovanni Salierno



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VIII  37
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