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CRONACHE DI IERI
LO SCONTRO FINALE
luce di una torcia tascabile che oscillava nel buio al L’assassinio del Carabiniere Selvaggi e del caporale
centro della carreggiata. Dall’oscurità una voce flebile inglese Lison scosse l’opinione pubblica romana e an-
pronunciò le seguenti parole: “Beppe... Beppe?”. Dal ca- glo-americana. La cattura del “Gobbo” e della sua banda
mion balzarono giù i due carabinieri che immediatamente divenne per la squadra speciale un imperativo categorico.
fermarono l’individuo. Il malfattore ammise di essere Ogni quartiere della città fu presidiato da personale in
un componente della banda capeggiata da Giuseppe abiti civili. Il 16 gennaio verso le 11.00 del mattino il
Albano. Lo stesso dichiarò che sul veicolo anziché i “Gobbo” si recò insieme a cinque uomini della banda
carabinieri credeva ci fosse l’Albano e i suoi uomini di in via Fornovo 2, per regolare una vecchia questione
ritorno dal secondo furto. Successivamente, l’individuo con il segretario dell’associazione “Unione Proletaria”,
condusse i militari in un’area poco distante, presso un tale Umberto Salvarezza. Quest’ultimo, avvisato da
fabbricato in costruzione, dove fu rinvenuto il mezzo alcuni confidenti, temendo per la propria vita, non si
precedentemente rubato. In seguito alle rivelazioni del presentò. Un dipendente dell’associazione invitò l’Albano
bandito fermato, il mattino successivo (9 gennaio 1944), a ripassare nel primo pomeriggio e contestualmente
un pattuglione (composto dal Vice Brigadiere Giuseppe avvisò i carabinieri. L’Albano, sorpreso dall’imprevisto,
Giacomobuono e dai Carabinieri Orlando Montani, inviò tre dei suoi uomini presso l’abitazione del tenore
Pasquale Santoro e Luigi Simeoni), si portò in zona Beniamino Gigli per recapitargli una nuova missiva ri-
Quarticciolo per convocare l’Albano in caserma. Que- cattatrice. I nipoti dell’artista riuscirono ad evitare che
st’ultimo vistosi braccato prese a mitragliate i militari i tre indesiderati ospiti si intrufolassero nell’abitazione
(che miracolosamente rimasero illesi), per poi dileguarsi. accampando quale scusa il fatto che il tenore stesse ri-
Per nulla intimorito l’Albano iniziò a vagare per la pe- posando. I malviventi furono invitati a ripassare nel
riferia romana continuando a perpetrare furti, violenze primo pomeriggio. Contestualmente anche i familiari
e ricatti. La notte dell’11 gennaio il bandito s’intrufolò del Gigli avvisarono i carabinieri. Il Maresciallo Tozzi
nel laboratorio delle suore di San Vincenzo in borgata prontamente riunì i suoi uomini. Nel giro di poche ore
Gordiani per sottrarre le poche cose di valore di tutta via Fornovo e tutte le strade adiacenti l’abitazione
proprietà delle religiose custodite all’interno. Nel primo del tenore furono presidiate dagli uomini della squadra
pomeriggio di quel giorno ingaggiò un conflitto a speciale.
fuoco con i carabinieri della Stazione di Torpignattara Frattanto, poco dopo mezzogiorno il gruppetto di mal-
che si erano recati nel laboratorio per procedere al so- viventi si riunì in via Marcantonio Colonna 31 per
pralluogo. Durante lo scontro fu ucciso con una raffica consumare il pranzo. Tutti gli spostamenti furono mo-
di mitra il Carabiniere Antonio Selvaggi effettivo nitorati dal Tozzi e dai suoi uomini. Pronti ad intervenire
presso la citata Stazione. La sera del 14 gennaio non appena la sicurezza dei cittadini che si trovavano
l’Albano fu bloccato con i suoi uomini a bordo di un nelle vicinanze fosse garantita. Alle 15.20 l’Albano si
camioncino da una pattuglia di militari inglesi in via di alzò dal ristorante insieme ai suoi gregari. Fuori dal
Centocelle. Il capo pattuglia non si lasciò intimorire locale il manipolo si divise nuovamente. Tre malviventi
dal numero di persone a bordo del mezzo e proseguì la ripresero la strada verso la casa del Gigli. Gli altri tre,
perquisizione. Nel cofano il graduato rinvenne un compreso l’Albano, imboccarono quella per via Fornovo.
ingente quantitativo di armi, esplosivo e combustibile. Allorquando l’Albano raggiunse l’ingresso dell’associa-
Pochi istanti dopo una raffica di mitra lo centrò in zione fu bloccato dai carabinieri che gli intimarono
pieno petto. Il Caporale Tam Lison stramazzò al suolo l’alt. Il “Gobbo” e i suoi due luogotenenti per nulla inti-
privo di vita. moriti impugnarono dalle tasche dei pantaloni le
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VIII 35