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PAGINE DI STORIA



                                                                      La bellezza dei suoi


                                                                          schizzi lo posero




            Quinto  fu  il  quinto  di  undici  figli  (di  qui  il  nome):  all’attenzione del
            Francesco, il primogenito che morì da bambino; Ercole
            che divenne ufficiale geodetico dell’Istituto Geografico      padre che intravide
            Militare di Firenze; Giovannina; Luigi, divenuto can-
            celliere della Cassazione di Napoli; Quinto; poi venne
            una Caterina, Pia e altri due Francesco, entrambi morti           nel ragazzo il
            da bambini. Quinto fu un bambino molto carino e de-
            scuole pubbliche, mettendo subito in mostra la sua par- desiderio di inseguire
            licato, come egli stesso diceva, frequentò con profitto le

            ticolare propensione per il disegno. Egli stesso raccon-
            tava che all’età di undici anni, dagli spalti della rocca  con sicura caparbietà
            d’Imola, amava osservare e ritrarre le sfilate e le manovre
            delle truppe pontificie: «abbagliato come chi vede a un      la carriera artistica,
            tratto qualche cosa di più che straordinario».
            La bellezza dei suoi schizzi lo posero all’attenzione del
            padre che intravide nel ragazzo il desiderio di inseguire  perciò gli offrì, quale
            con sicura caparbietà la carriera artistica, perciò gli offrì,
            quale  fonte  di  ispirazione,  La storia di Napoleone, di  fonte di ispirazione,
            Laurent de l’Ardèche, illustrata da Orazio Vernet che,
            pur  contenendo  immagini  in  bianco  e  nero,  lasciava            La storia di
            trasparire tutto il pathos e l’anima dei singoli soldati ri-
            tratti che esercitarono su Quinto un fascino magnetico.
            Quell’attrazione fu tale che il Vernet divenne per il gio-  Napoleone illustrata
            vane artista una vera e propria fonte di ispirazione, un
            modello cui ambire e, magari, superare.                      da Orazio Vernet
            Il suo primo insegnante di disegno fu Gugliemo Ma-
            gistretti che gli fornì le nozioni e le basi della figurazione.
            Ben  presto,  delle  spiccate  doti  di  Quinto  si  accorse  Per le ristrettezze economiche in cui versava, Quinto
            anche un certo conte Aria di Imola, grande appassionato  pensò di formulare una richiesta di sussidio all’Ammi-
            d’arte che incoraggiò il ragazzo e lo sostenne, seppur  nistrazione Comunale della sua città natale, in cambio
            per breve tempo, nei suoi studi.                        di una composizione artistica. La domanda giunse ad
            Purtroppo la prematura morte del padre nel 1856, all’età  Imola l’8 marzo 1862 e, nonostante l’impegno dell’allora
            di cinquantotto anni, fece cadere la famiglia in disgrazia,  sindaco Scarabello che era un accanito sostenitore del-
            tanto che Quinto, assieme ai fratelli e alla giovane madre  l’artista, la richiesta fu discussa in Consiglio solo il 24
            si trasferì a Bologna dove, nel 1862, cominciò a fre-   novembre successivo, con l’esito di un sussidio di sole
            quentare l’Accademia delle Belle Arti di San Luca e     Lire 10 mensili. Poiché l’elargizione comunale ebbe una
            dove si distinse subito per particolari meriti al seguito  durata annuale, il successivo 10 ottobre 1863, il pro-
            di Napoleone Angiolini e Antonio Mussi, insegnanti      mettente artista fu costretto a rinnovare la domanda,
            di figura e del milanese Francesco Ratti, titolare della  facendo pervenire all’Amministrazione anche un’atte-
            prima cattedra ufficiale di xilografia in Italia.          stazione, davvero lusinghiera, del prof. Antonio Muzzi.



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