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A PROPOSITO DI...
Regno d’Italia ne testimoniava equità e prosperità. Con-
cetto che veniva precisato dal Generale Salsa che mo-
strava come i vertici dell’esercito italiano avessero affi-
dato ai propri soldati africani un ruolo di pace:“Gli
arabi di Libia, che non si scuotono per nulla, nemmeno per
gli aeroplani e per la ferrovia, sono incantati dai nostri
àscari, forse sorpresi che gente nera e musulmana come loro
sia da tempo al nostro servizio e ci si trovi bene”. D’altro
canto la fedeltà di questi soldati di colore era diventata
presto proverbiale, come indica il brano riportato: “Si
raccontava questo aneddoto: un arabo del Fezzan, avendo
incontrato nei dintorni della città uno zaptiè, gli domandò:
Tu sei mussulmano è vero? Tu hai la pelle dello stesso colore
di noi: dunque sei della stessa razza. E allora perché combatti
contro i mussulmani tuoi fratelli? Contro gli uomini della
tua razza? Lo zaptiè, senza nemmeno rispondere, afferrò
l’arabo pel petto, e malgrado le sue proteste, lo trascinò sen-
z’altro al vicino posto dei carabinieri.”
In Libia gli zaptiè eritrei indossavano la tenuta colo-
niale kaky in luogo dell’uniforme bianca dei battaglioni
di àscari. La giubba era corta e attillata con le falde sul
ÀSCARI DI GUARDIA AL QUIRINALE
davanti arrotondate che mettevano in mostra l’ampia
fascia rossa addominale. I pantaloni ampi si infilavano
spiacenti perché il sangue dei caduti è stato sparso per l’Ita- in gambali spesso portati senza scarpe. Sul capo il tar-
lia. Noi sentiamo il dovere, in questa circostanza, di dare bush rosso con fiocco azzurro e granata dell’Arma. Su
la testimonianza della nostra riconoscenza al nostro Go- questo si potevano applicare, oltre alle stelle indicanti
verno italiano che è Governo di giustizia e di civiltà, pro- il grado, eventuali fregi di tiratore scelto, mitragliere e
tettore della nostra religione, rispettoso dei nostri costumi, promozione per merito di guerra, che raffiguravano,
sostenitore dei nostri interessi e abbiamo pensato di venire nell’ordine, le armi in parola, e una corona. Per quanto
in aiuto delle famiglie degli ascari morti e feriti nella guerra attiene alle armi, oltre al fucile Carcano mod. 91, non
e preghiamo V. E. ad accettare quello che noi offriamo con era raro che venisse cinta alla vita la tradizionale scia-
la nostra dei sottoscritti...”. bola ricurva, il guradè.
All’alba del 7 febbraio 1912 giunse a Tripoli il primo L’impegno e i risultati conseguiti in Libia dagli zaptiè
scaglione del V battaglione, ad attenderli i loro conna- eritrei furono la conferma di un rapporto di fedeltà
zionali zaptiè, impiegati sia come polizia militare, sia non interrotto, che proseguì fino all’estremo sacrificio
per aiutare l’inserimento dei connazionali nel nuovo della compagnia zaptiè organica al I Gruppo CC.RR.
contesto operativo. La vista di questi soldati coloniali mobilitato, il 21 novembre 1941, a Culqualber, in
era in grado di colpire i soldati nazionali e la popolazione quella che allora era denominata Africa Orientale Ita-
libica, a questa inoltre veniva rivolto un particolare si- liana. Ma questa è un’altra storia.
lenzioso messaggio: l’adesione di soldati musulmani al Carmelo Burgio
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VII 51