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PAGINE DI STORIA
ARBUSOW (FRONTE RUSSO) 1942. CARABINIERI
NEI CAMMINAMENTI DELL’81° FANTERIA
avrebbero richiesto invece artiglierie e mezzi per co-
prirli adeguatamente con tiro e ricognizione. Consi-
derate dotazioni disponibili e clima, l’unica possibilità
di sopravvivenza di queste unità risiedeva nella resi-
stenza sul posto. Ripiegare in pieno inverno non
avrebbe consentito di realizzare ricoveri e ripari, farlo
a piedi le avrebbe esposte al rischio di essere aggirate
e superate, patire la completa crisi logistica e doversi
arrendere per mancanza di mezzi di sussistenza, fatti
salvi miracoli.
In Italia, anche grazie allo stupefacente contegno del
C.d’A. Alpino, in special modo della Tridentina, ca-
pace di rompere ripetutamente l’accerchiamento – da
ultimo nella battaglia di Nikolajewka – e porsi in salvo,
sono meno note le altre manovre in ritirata condotte
dalle unità dell’ARM.I.R.. La forte coesione e la ca-
pacità mediatica dell’Ass. Nazionale Alpini ha giusta-
mente perpetuato l’operato delle penne nere, ponendo
non volutamente in ombra il sacrificio delle altre unità.
In effetti se la Sforzesca fu pressoché travolta, Ravenna,
Celere e Torino, ancorché fortemente ridotte nell’effi-
cienza e negli effettivi, riuscirono a raggiungere la sal-
vezza, e con loro i carabinieri superstiti delle loro
Sezioni. Non essendo possibile – in considerazione
dello spazio concesso – procedere ad una dettagliata
analisi del contributo dell’Arma, ho ritenuto esaustivo
menti, e capacità di trasporto strategico e tattico per far riferimento a due personaggi sicuramente più noti
farli pervenire in teatro e distribuirli a breve raggio. o dei quali, comunque, si dispone di sufficiente mate-
Delle armi di reparto il contro-carro da 47/32 non riale: i sottotenenti Boldoni e Anceschi.
perforava le corazze di carri medi e pesanti sovietici, Il 17 dicembre iniziò il ripiegamento del II C.d’A.,
la Breda 30 era mitragliatrice facile ad incepparsi. Le con ciò che rimaneva di Ravenna, Cosseria, reparti di
scarse e spesso vetuste artiglierie avevano braccio Camicie Nere e unità tedesche, in direzione Kantemi-
corto. Per quanto riguarda le armi individuali, il dif- rowka, seguendo la valle del Bogutschar, muovendo dal
fuso “parabellum” russo, il mitra PPSh-41, era ambitis- Don al Donez. La ritirata si concluse nell’area di Iva-
simo e chi poteva se lo procurava catturandolo. Con nowka e Petrowka, e le forze sottratte all’accerchia-
una grande capacità di fuoco e rustico, praticamente mento sfruttarono il Donez per attestarsi a difesa.
immune da inceppamenti, non aveva equivalente fra Un’aliquota minore della Ravenna si dovette unire alla
le nostre truppe dotate di fucili e moschetti mod. 298a div. tedesca e al XXXV C.d’A. italiano, per rom-
91/38. pere l’accerchiamento in quella che divenne la “Sacca
Lo schieramento era diluito, con ampi spazi vuoti, che di Popowka”. Facevano parte di questo complesso di
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO VI 13