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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA









                                                WASHINGTON RINALDI



                 Pochissime le notizie su questo artista, le cui opere note, almeno fino a questo momento, sono
                 conservate al Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri. Eppure, dalla sua tecnica, si evince un
                 talento eccezionale ed una rara padronanza dell’olio su carta. Fu probabilmente perché non si
                 espresse in tele di grandi dimensioni che l’artista non emerse in fama, anche se diede prova di pa-
                 droneggiare il pennello con singolare abilità.
                 Dai  documenti  conservati  nell’Archivio  Storico  del  Museo  è  stato  possibile  risalire  all’antica
                 collaborazione tra Washington Rinaldi e l’Istituto. Risulta, infatti, che egli fornisse la sua qualificata
                 consulenza già nei primissimi anni di vita del Museo che fu istituito con il Regio Decreto n. 2495
                 del 3 dicembre 1925. Nell’importante raccolta del Museo Storico, intitolata Albo dei Benemeriti,
                 in cui vengono riportati i personaggi che hanno dato lustro all’Istituto, compare, tra le prime
                 pagine, il suo nome: «Rinaldi comm. Washington. Donatore di pregevoli bozzetti riproducenti antiche
                 divise  dell’Arma.  Consulente  artistico  del  Consiglio  Direttivo,  disinteressatamente,  dal  14  febbraio
                 1927». Quello  che  colpisce  nel  testo  riportato  nell’Albo  è  il  termine  “disinteressatamente”,  a
                 testimoniare l’immenso attaccamento di quest’uomo all’Arma dei Carabinieri. Al riguardo, una
                 lettera inedita, datata 24 giugno 1931, conservata nell’Archivio Storico del Museo, fu indirizzata
                 dall’allora Presidente del Consiglio Direttivo dell’Istituto, Gen. D. Giuseppe Palizzolo di Ramione,
                 all’artista. In essa si legge «Commendatore, il Consiglio Direttivo del Museo, in recente seduta ha preso

                 nel dovuto esame la questione della consulenza artistica, che con deliberazione del 23 febbraio 1927, le
                 venne affidata, e fu sempre da lei premurosamente e disinteressatamente disimpegnata. […] Le comunico
                 che – ove Ella ritenga di concederla ulteriormente - questa Presidenza, al presentarsi dell’occasione non
                 mancherà  di  avvalersene,  sicura  di  trovarla  sempre  animata  da  quel  sentimento  di  affettuosità  per
                 l’Arma Nostra, che ci è particolarmente noto». Il successivo 27 giugno, il Rinaldi rispose con una
                 lettera olografa, stilata con calligrafia ammirevole su carta intestata, riportante l’indirizzo del suo
                 studio: 38, via Luigi Settembrini (Piazza Mazzini) Roma (149): «Ho ricevuto la sua gentile lettera e
                 Le sono riconoscente delle parole, anche troppo lusinghiere, con le quali Ella ha voluto esprimermi i Loro
                 ringraziamenti per quel poco che ho potuto fare per il Museo. Se nel prossimo futuro, e se Ella lo troverà
                 necessario,  io  potrò  dare,  come  ho  sempre  fatto,  la  mia  amichevole  e  disinteressata  prestazione  per
                 l’ordinamento artistico del Museo, sarò lieto di mettermi a Sua disposizione».
                 Appare evidente, dunque, il ruolo che il Rinaldi ebbe per il Museo Storico che si preparava a
                 spostare il suo crescente patrimonio artistico e documentale dai locali della Legione Allievi, alla
                 sua nuova e definitiva sede in Piazza del Risorgimento. Un uomo sicuramente preparatissimo in

                 campo artistico, come si evince dai citati documenti, il cui contributo fu fondamentale nell’allestimento
                 della nuova sede, che, nel suo primo allestimento poneva l’arte al centro del percorso espositivo,
                 come si evince dalle testimonianze fotografiche che il Museo gelosamente conserva.





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