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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA













            nell’atto della carica, quasi il pittore voglia comunicare  Nella tela, egli aveva rappresentato il cavallo in que-
            che l’evento rappresentato sia stato possibile solo per la  stione con una zampa ritratta ed una leggermente tesa.
            presenza di imponenti destrieri animati da vigore, tra-  Per cui, scongiurando il pericolo che l’errore si potesse
            dotto in pura veemenza. È da sottolineare che il De Al-  replicare anche nella versione in stampa, l’artista inter-
            bertis era un vero esperto in materia equestre: il suo  venne personalmente sul cartone preparatorio del Di
            atelier pullulava di teschi di cavalli e di modellini sno-  Lorenzo. Oltre alla stampa ante litteram dell’acquaforte,
            dabili che ne permettevano lo studio e l’osservazione. In  realizzata sul disegno del Di Lorenzo, il Museo Storico
            particolare, il moto di questi quadrupedi fu oggetto di  conserva anche la lettera di accompagnamento sotto-
            suo costante approfondimento, tanto che, a seguito del  scritta  dal  Ministro  della  Real  Casa  con  cui  l’opera
            concorso indetto nel 1890 per la traduzione in stampa   venne donata nel 1895 alla Legione Allievi e poi al
            dell’opera,  divenuta  famosa  perché  acquistata  dal  re  Museo. Nelle sale dell’Istituto è esposta anche una pie-
            Umberto I dopo l’esposizione torinese nel 1880, egli    tra litografica relativa al tema, offerta dal Museo della
            stesso suggerì a Tommaso Di Lorenzo, l’artista vinci-   stampa e stampa d’arte di Lodi, realizzata da V. Malin-
            tore, le opportune correzioni. Nello specifico, il De Al-  verno su disegno del De Albertis.
            bertis si era accorto di un errore che egli stesso aveva  La Carica dei Carabinieri a Pastrengo è il titolo anche
            involontariamente  commesso  nella  tela,  proprio  ri-  di un piccolo acquerello, pure realizzato dall’artista nel
            guardo alle zampe dei cavalli. A seguito di suoi specifici  1889  e  di  un  olio  su  tela  del  1884,  acquistato  dal
                    studi, infatti, aveva appreso che durante il ga-  Museo Storico nel 1934, ma conservato al Comando
                     loppo, quando il cavallo è sospeso dal suolo, ha  Generale dell’Arma. Quest’ultimo dipinto, di medie
                       entrambe le zampe completamente tese.        dimensioni, è caratterizzato da una maggiore inqua-
                                                                    dratura rispetto al grande quadro del 1880, consente
                                                                    perciò un colpo d’occhio più preciso sulla dinamica
                                                                    dell’evento. Esposta alla Rassegna annuale di Brera
                                                                                         nello stesso anno della sua rea-
                                                                                            lizzazione,  l’opera  divenne
                                                                                              proprietà  del  Senatore
                                                                                               Aldo Annoni, suo proba-
                                                                                               bile   committente      e,
                                                                                                successivamente  venne
                                                                                                 presentata, nel 1900, alla
                                                                                             Mostra  di  arte  lombarda.
                                                                                              Messa all’asta, fu acquistata
                                                                                                   dall’industriale e po-
                                                                                                      litico  Eraldo  Bo-
                                                                                                        necchi  che  poi
                                                                                                              la  donò  al
                                                                                                            Museo  dei
                                                                                                           Carabinieri.
                                                                                                            Ac c o r t o s i
                                                                                                             d e l l a



            50 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO VI
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