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CARABINIERI DA RICORDARE













            sarebbe dovuto partire dalla Libia. Nella prima metà    pure Bengasi e Derna, devastata, distrutta e razziata di
            del settembre 1940 erano iniziate le operazioni militari  tutto  quanto  era  stato  possibile  portar  via)  e  l’arrivo
            e la nostra avanzata si era fermata a Sidi El Barrani, un  delle forze italo-tedesche, si adoperava ancora per ga-
            centro  poche  decine  di  chilometri  oltre  il  confine;  il  rantire l’incolumità personale e patrimoniale dei coloni
            momento di stasi aveva consentito ai britannici di pre-  italiani. L’ingresso delle forze dell’Asse a Bengasi, il 6
            parare  la  controffensiva  (Operazione  Compass)  che  aprile 1941, e poi anche a Barce e negli altri insediamenti
            nel mese di dicembre aveva respintoo le nostre truppe   consentiva al Carabiniere Chisu, come pure agli altri
            nel territorio cirenaico.                               militari dell’Arma e della PAI rimasti sotto il dominio
            Nei  primi  giorni  del  febbraio  1941  nei  dintorni  di  straniero, di cessare dalla condizione di prigioniero.
            Bengasi si era duramente combattuto, la città era caduta  Ripresa la vita e il servizio sotto l’amministrazione na-
            in mano nemica il 6 e così era accaduto anche per gli   zionale, il momento storico si rivelava molto particolare
            altri centri della regione. In questo momento storico   essendo  divenuta  la  Cirenaica  il  teatro  di  guerra  sul
            per il Carabiniere Chisu, dichiarato “disperso nei fatti  quale si fronteggiavano le forze italo-tedesche e quelle
            d’arme del sud bengasino svoltisi dal 3 al 6 febbraio 1941”,  britanniche.
            iniziava un duro periodo caratterizzato da difficoltà e  Tra  il  dicembre  1941  e  i  primi  giorni  del  1942,  a
            da  seri  pericoli,  giacché  di  fatto  era  rimasto  al  suo  causa degli sconvolgimenti bellici, conseguenza del-
            posto  in  servizio,  respingendo  attacchi  di  rivoltosi  l’Operazione  Crusader  scatenata  dai  britannici,  per
            indigeni che, incoraggiati dall’evacuazione delle forze  evitare la cattura da parte degli inglesi o di cadere
            italiane e dall’avanzata di quelle inglesi, avevano mosso  nelle mani dei feroci ribelli che infestavano il territorio,
            principalmente  contro  coloni  e  sedi  delle  istituzioni  il Carabiniere Chisu si dava alla macchia. La decisione,
            italiane  e  contro  possidenti  libici.  Aveva  contribuito  purtroppo, si rivelò infausta poiché gli indigeni, che
            con grave rischio della vita a mantenere l’ordine pubblico  avevano il vantaggio di conoscere il territorio, tesero
            fino all’arrivo delle truppe d’occupazione straniere. Ma  un’imboscata grazie alle informazioni fornite da un
            nonostante fossero giunti in città i britannici – i reparti  carabiniere libico traditore e lo trucidarono insieme
            occupanti  erano  per  lo  più  australiani  e  indiani  –  il  con il parigrado Pietro Selloni, che lo aveva seguito
            clima  di  tensione  non  cessava  affatto  giacché  alle  condividendone la sfortunata sorte. Mai trovatone il
            violenze  dei  libici  si  aggiungevano  i  comportamenti  corpo veniva dichiarato disperso il 13 gennaio 1942 e il
            criminosi delle soldataglie del Commonwealth che, so-   15 marzo seguente il Gruppo di Bengasi ne dichiarava
            vente, si macchiavano di reati che andavano dal furto   definitivamente l’irreperibilità (neppure il Commissariato
            all’estorsione dalla rapina fino ai più gravi delitti di vio-  Generale per le Onoranze ai Caduti è riuscito a trovarne
            lenza sessuale, senza che la Polizia inglese facesse molto  mai i resti per riportarli in patria). Le indagini condotte
            per prevenire e reprimere tali illegalità.              dall’Arma di Barce, reinsediatasi dopo il ritorno italo-
            Insieme con altri militari della Stazione di Barce, come  tedesco, nell’estate del 1942, consentirono di identificare
            facevano pure gli agenti della Polizia dell’Africa Italiana  gli assassini e di denunciarli a piede libero e in stato di
            (PAI) presso i loro reparti, Sebastiano Chisu rimase in  latitanza all’Autorità Giudiziaria. Il Carabiniere Seba-
            servizio anche sotto il regime d’occupazione nemica, in  stiano Chisu purtroppo non ha mai saputo di essere
            uniforme ma disarmato, affrontando le bande armate      stato decorato della Croce al Valor Militare per l’attività
            di  indigeni  e  sopportando  i  soprusi  degli  occupanti.  svolta durante l’occupazione britannica dal febbraio al-
            Nel periodo intercorrente tra l’evacuazione delle truppe  l’aprile del 1941, poiché il regio decreto di concessione
            britanniche in ritirata, che avevano lasciato Barce (come  veniva firmato il 17 luglio 1942. Dopo la sua scomparsa,



            68 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO V
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