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PAGINE DI STORIA
del fronte per resistere alla temuta offensiva austriaca di
primavera, riuscì ad ottenere nei primi mesi del 1918 il
rinforzo di un’altra sezione mobilitata carabinieri e di altri
due plotoni mobilitati carabinieri per ciascun Corpo
d’Armata e l’ulteriore riserva di un’altra sezione e di altri
tre plotoni carabinieri per ciascuna Armata. Altri reparti
di carabinieri mobilitati furono assegnati alle Divisioni
francesi e inglesi e a quella cecoslovacca giunte sul
fronte italiano nonché destinati ad altre specifiche in-
combenze; un intero battaglione autonomo di oltre 350
uomini fu costituito anche in favore del Comando Ge-
nerale dell’Arma del Genio, per il controllo sulle decine
di migliaia di operai civili che lavoravano alle opere di-
fensive.
Si giunse così alla mobilitazione di quasi 20.000 unità,
su di un organico complessivo dell’Arma dei Carabi-
nieri che all’inizio del conflitto raggiungeva appena i
29.000 uomini, con immaginabili ripercussioni sul ser-
vizio d’istituto territoriale, cui si erano aggiunte con la
guerra altre gravose incombenze. Un vuoto soltanto
parzialmente compensato dall’istituzione dei carabinieri
ausiliari.
Durante l’ultima grande offensiva austriaca del giugno
1918, sezioni e plotoni Carabinieri mobilitati – della
forza di 50 uomini ciascuno; le prime con personale
misto, a piedi, a cavallo e in bicicletta; i secondi com-
posti da soli militari a piedi, in gran parte distaccati fino
al livello dei Reggimenti schierati in prima linea – erano
dunque capillarmente distribuiti lungo l’intera linea
dello schieramento difensivo italiano, dallo Stelvio e dal dell’Esercito circa i metodi ed i mezzi da utilizzarsi per
Tonale all’Altopiano di Asiago, dal Monte Grappa alle mantenere la disciplina delle truppe sul campo di batta-
sponde del Piave fino al mare, fornendo un importante glia erano in effetti durissime e intransigenti, talora dra-
contributo alla tenuta del fronte, come ricordato dallo coniane, arrivando a prevedere dall’uso delle armi da
stesso Diaz nel bollettino del 25 giugno 1918: “Saldi al parte dei carabinieri dopo un eventuale secondo rifiuto
loro posto di dovere, nell’infuriare della battaglia, i Reali di tornare al combattimento e dall’esecuzione sommaria
Carabinieri diedero prova di gran valore”. dei singoli insubordinati fino all’uso delle mitragliatrici
Se da un lato, però, tale contributo è largamente ricono- e persino delle artiglierie a tergo dei reparti che avessero
sciuto, dall’altro resta spesso equivoco il ruolo effettiva- indietreggiato di fronte al nemico, “misure che devono es-
mente interpretato dai carabinieri nei confronti dei sere naturalmente ben note alle truppe”. In questo clima è
soldati in trincea. Le disposizioni degli Alti Comandi ben comprensibile il significato talora sinistro che veniva
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO IV 19