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PAGINE DI STORIA
Durante l’ultima grande offensiva austriaca
del giugno 1918, Sezionie PlotoniCarabinieri
mobilitati – della forza di 50 uomini ciascuno;
le prime con personale misto, a piedi,
a cavallo e in bicicletta; i secondi composti da
soli militari a piedi, in gran parte distaccati fino
al livello dei Reggimenti schierati in prima
linea – erano capillarmente distribuiti
lungo l’intera linea dello schieramento
difensivo italiano, dallo Stelvio e dal Tonale
all’Altopiano di Asiago, dal Monte Grappa alle
sponde del Piave fino al mare, fornendo un
importante contributo alla tenuta del fronte
Udine con compiti territoriali sulle aree occupate oltre gerarchica dei reparti Carabinieri dai comandanti delle
l’originario confine. Dopo la ritirata di Caporetto, il Co- grandi unità dell’Esercito cui erano assegnati).
mando Supremo aveva ripristinato anche un Comando Nell’ottobre del 1917 il Comando Generale aveva co-
Superiore dei Carabinieri Reali, retto da un maggiore municato al Comando Supremo l’impossibilità di ade-
generale, con funzioni di organo consulente e ispettivo rire a nuove richieste di personale e nel dicembre di
del Comando Supremo per quanto atteneva all’impiego quello stesso anno era stato anzi necessario far transitare
dei reparti Carabinieri mobilitati e al loro raccordo con altri 6.000 soldati e caporali dalle altre Armi dell’Eser-
i comandi dell’Arma territoriale in zona di guerra (un cito nei ranghi dei Carabinieri ausiliari (vedi Notiziario
precedente comando unitario per i Carabinieri, retto da Storico N. 1 Anno II, pag. 118) per far fronte alle gravi
un colonnello, era stato sciolto da Cadorna alla fine del problematiche di ordine pubblico all’interno del Paese.
1915, temendo interferenze sulla linea di dipendenza Ciò nonostante, il Generale Diaz, nel preparare la linea
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