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CRONACHE DI IERI
“Con gravissimo dolore dell’animo mio ò ad annunziare mortale ferita, come si giudicò della sua caduta e dal pronto
alla S.V. un tristissimo caso occorso ieri ai Carabinieri Reali accorrervi di molti compagni, che caricatolo anziché ripostolo
della Stazione di Acerenza per un improvviso scontro in sella, altro saltò in groppa per sostenerlo, rimanendo a
avvenuto con la banda di Ninco Nanco. Mentre nel giorno discrezione il proprio cavallo. Fortuna volle che profittando
predetto il comandante della menzionata stazione, Furlone di questo smarrimento momentaneo dei masnadieri, i cara-
[ndr Forloni] Michele, con i suoi dipendenti Carabinieri: binieri Lucarini e Bernardi, celermente indietreggiarono
Rizzi Giambattista, Favata Antonio, Lucarini Domenico per mettersi in una posizione più favorevole; nel ripassare il
e Bernardi Domenico, da Genzano restituivasi alla propria vallone, il Bernardi cadeva con la propria carabina la quale
residenza, dopo aver adempiuto ad un pubblico servizio, rimaneva fuori di uso per essersi sensibilmente infangato il
approssimandosi al torrente Ginestrello che forma confine cilindro.
tra questa Difesa bosco Ralle ed il tenimento di Acerenza, si I briganti incalzavano ma i due prodi non perdevano
avvide che da quest’ultima parte, discendeva un numero di coraggio. Raggiunsero un mucchio di canne ed ivi si trince-
uomini armati a cavallo, riconosciuti dappoi del numero di rarono. Assaltati di nuovo nel fragile baluardo, il Lucarini
26 comandati dal famigerato brigante Ninco Nanco. con valore immenso di bile fece funzionare la unica carabina
Sul principio da un individuo della detta arma dei Carabinieri che rimaneva esaurendo le corrispondenti munizioni sue
Reali, dubitavansi che fosse un drappello di colonna mobile proprie e quelle del compagno Bernardi il quale col suo
ma il dubbio cessava dal precipitoso avvicinarsi della banda, revolver battevasi intrepidamente. Nessuno scampo! Un
la quale a mezzo tiro sparava una scarica simultanea. piccolo pastore, temendo della vita perché guardato dai
Attaccati così vivamente ed all’improvviso, la ripetuta briganti, si rifiutò di portare la notizia a questo paese no-
armata retrocedette come in militare ritirata difendendosi nostante le generose offerte. Intanto giunse qui l’avviso per
però egregiamente. Allora i masnadieri passati il detto mezzo dell’egregio Comandante di questa stazione, Todeschini
torrente, violentemente caricavano e raggiungevano i 5 Carlo, che trovavasi in Banzi ove veniva informato da un
prodi, sempre intenti a pugnare con valore, con nuova vaticale ivi giunto da un luogo vicino al conflitto; questo
esplosione delle loro armi facevano quasi simultaneamente, incominciava alle ore due pomeridiane e si protrasse fino a
vittime il benemerito brigadiere Furlone ed il carabiniere circa le cinque. I prodi Lucarini e Bernardi, ridotti all’estremo,
Favata, dopo che i medesimi insieme agli altri intrepidi non vollero arrendersi alle repliche intimazioni della banda,
loro compagni avevano sostenuto un vivo e lungo fuoco, ed ebbero tale coraggio ed abilità da permettere che fossero
senza mai cedere alle intimazioni della banda che rimaneva giunti sul luogo i primi uomini da me spediti a cavallo, e
attonita ed esitante. questi poi seguiti da un numero di Guardie Nazionali a
Ben vero vedendo come si è detto, ottenuto il frutto di due piedi, oltre della forza partita dal prossimo villaggio di
vittime, animavasi ad un nuovo assalto contro i superstiti, Banzi, guidata dal predetto signor Todeschini, della quale
che non cessarono di battersi da leoni. Una nuova vittima faceva parte il Capitano della Guardia Nazionale.
cadde tra i carabinieri in persona di Rizzi ed in quel I briganti, avvisati da un loro compagno del sopraggiungere
momento stanandosi un buon numero di briganti, cercava del soccorso, precipitosamente mettendosi a cavallo, retrocedettero
mettere in mezzo gli altri due, Lucarini e Bernardi, che prendendo la volta del Finocchiaro, tenimento di Acerenza,
continuavano, dopo la morte dei loro compagni a difendersi inseguiti sempre da queste forze fino alle ore sette e mezzo.
valorosamente, sempre in ritirata, perché sopraffatti dal Nel deplorare il triste caso e la perdita di tre carabinieri
numero dei nemici, e con la intenzione di guadagnare una reali, da gettare in gravissimo duolo una intera popolazione,
posizione elevata e più prossima a questo abitato, sperando non posso non rendere omaggio allo straordinario valore ed
così di aver soccorso, ovvero di vendere a caro prezzo la loro alla intrepidezza dei superstiti Bernardi e Lucarini, dei
vita; ma una nuova manovra degli assassini mirava a quali l’ultimo, come di sopra ho avuto l’onore di accennare
circuire e distruggere i due valorosi dei quali il Lucarini, alla S. V., cagionava la grave ferita, se non la morte, ad un
senza punto smarrirsi prendendo di mira quel brigante brigante, e la perdita di un cavallo ed una giumenta alla
ch’era più prossimo ed ostinato all’assalto cagionavagli banda. Interprete fedele delle giuste impressioni provate da
50 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III