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CRONACHE DI IERI
il riposo alla comitiva di 25 briganti, il capobanda lì si
fermò per qualche ora. Prima di allontanarsi scorse i Il Governo per
cinque carabinieri che di ritorno da Genzano, si appre-
stavano a superare il Ginestrello, torrente che divide il contrastare le bande
territorio di Genzano da quello di Acerenza. La comitiva
dei briganti, allora, attaccò i militari con ripetuti colpi criminali, ogni
di moschetto. Rimasero uccisi quasi contemporaneamente
il Brigadiere Forloni e i Carabinieri Rizzi e Favata. I su-
perstiti, Lucarini e Bernardi, si difesero disperatamente giorno più agguerrite
per circa due ore. Costretti ad indietreggiare, ripararono
dietro un malsicuro mucchio di canne. Nella concitazione, e temerarie,
intanto, la comitiva si divise in due gruppi: uno continuava
ad attaccare Lucarini e Bernardi, l’altro spogliava i tre
cadaveri delle uniformi e si impossessava delle armi. disloca nelle zone
Tale comportamento rientrava evidentemente in una
strategia consolidata. I due militari vennero salvati dal infestate dal
provvidenziale intervento delle guardie nazionali e dei
carabinieri di Genzano e Banzi, guidati dal Brigadiere
Todeschini. Ai carabinieri caduti fu sottratto tutto ciò brigantaggio ingenti
che era possibile: carabina, baionetta, fodero, cinta,
revolver, fondina, mantellina, pantaloni, stivaletti, berretto, truppe e insedia
cravatta e tutte le munizioni ritrovate addosso. Al Favata,
addirittura, vennero sottratte anche le mutande! Altri presidi stabili di
indumenti degli uccisi non furono sottratti poiché in-
servibili in quanto crivellati di colpi e intrisi di sangue.
L’episodio accadde in territorio ancora di Genzano Carabinieri Reali
dove le salme furono trasportate, presso la chiesa dei
Padri Riformati. L’esame autoptico rivelò sia l’entità che che si rendono
la tipologia dei colpi, causa della morte dei tre militari.
In particolare, sul conto del Brigadiere Forloni, la
relazione così recitava: «Colpito da una palla sull’estremità subito protagonisti
cervicale ed uscita alla parte opposta, ed una seconda al
Di Antonio Favata: «Colpito da una palla entrata verso di azioni di contrasto
cubito sinistro».
l’estremità del padiglione sinistro ed uscita all’angolo del-
l’orecchio destro, due altre palle entrate nel petto ed uscite sempre più efficaci
alla parte dorsale». Infine per Giovambattista Rizzi, cri-
vellato di colpi, la descrizione fu la seguente: «colpito da
una palla entrata sull’angolo della mascella destra, ed uscita militari, della popolazione e del Clero, venivano celebrate
dalla parte superiore del parietale sinistro, altra palla solenni esequie e subito dopo le salme tumulate nel
entrata verso l’occipite a destra e uscita vicina a quella di camposanto di Genzano. Il sindaco di Genzano, Nicola
anzi, portando via non poca parte cerebrale, nonché altra Saverio Polini, indirizzava al Prefetto e al Maggiore
palla entrata verso quarta e quinta costebredorsali». Il Generale Balegno, Comandante delle truppe in Basilicata
giorno 9 febbraio, alla presenza delle Autorità civili e un dettagliato rapporto.
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III 49