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PAGINE DI STORIA
LA PRESA DI ROMA, I CARABINIERI
AR POPOLO, GIACOMO ACQUA
La caserma poi inglobò il contiguo edificio della do- nelle mura all’altezza di Porta Pia. Era necessario infatti
gana, sulla cui facciata nel 1909 venne posta una lapide assumere da subito il controllo della situazione interna
in ricordo del sacrificio dei carbonari Angelo Targhini assicurando l’ordine pubblico, neutralizzando possibili
e Leonida Montanari, giustiziati nella piazza il 23 no- reazioni ostili e garantendo l’ordinato insediamento
vembre 1825 su ordine di Leone XII “senza prove e delle truppe di occupazione. Compiti di routine per la
senza difesa” come vi è scritto. Sulla medesima facciata prima Arma dell’Esercito ma resi particolarmente de-
si legge anche un altro nome, scritto a grandi lettere su- licati dallo status della città di Roma e dalla permanenza
bito sotto il frontone, quello di Giacomo Acqua. in città del Pontefice e della sua Curia.
La storia dell’edificio infatti non si ferma al suo ultimo La battaglia fu breve, anche se con caduti su ambo i
importante rifacimento ma prosegue assecondando lo fronti, e il vero lavoro per i militari dell’Arma cominciò
spirito dei tempi. Dopo la breccia di Porta Pia e la ca- subito dopo, attuando il servizio territoriale in città e
duta dello Stato Pontificio, la capitale del Regno d’Italia nelle provincie per assicurare l’ordine pubblico nella fase
fu trasferita da Firenze a Roma. Si pose dunque il pro- di transizione e contribuire all’organizzazione del ple-
blema di adeguare le infrastrutture militari della città al biscito del 2 ottobre che avrebbe sancito l’annessione
suo nuovo status. Da un lato pertanto si intervenne per della città eterna al Regno d’Italia.
realizzare nuovi complessi militari (i principali dei quali,
in Prati, al Celio e a Castro Pretorio, ospitano tutt’ora I militari dell’Arma
enti e reparti delle Forze Armate, tra i quali la Scuola
Allievi Carabinieri, il Policlinico Militare del Celio, etc.) attuarono il servizio
dall’altro si sfruttarono gli edifici già esistenti che ospi-
tavano le truppe pontificie. Tra questi la caserma di
Piazza del Popolo, che in virtù della sua posizione stra- territoriale in città
tegica fu il primo acquartieramento in città degli allora
Carabinieri Reali. Probabilmente già dal 20 settembre, e nelle provincie per
giorno della famosa breccia, sicuramente dal 24 settem-
bre dello stesso anno come è provato da un appunto au-
tografo del Generale Cadorna conservato al Museo assicurare l’ordine
Storico dell’Arma dei Carabinieri.
Raffaele Cadorna – padre di Luigi, futuro Capo di Stato pubblico nella fase
Maggiore durante la 1^ Guerra Mondiale – era a capo
del Corpo d’Esercito di Osservazione nell’Italia Cen-
trale (forte di 5 divisioni più la riserva per un totale di di transizione
50.000 uomini) costituito per restituire Roma all’Italia,
secondo la retorica risorgimentale. Il Corpo inquadrava per l’annessione
anche un contingente di 150 carabinieri, organizzati in
distaccamenti, per compiti di polizia militare e di ordine
pubblico. Ogni distaccamento era organico a una divi- della città eterna
sione e furono i carabinieri al seguito dell’11^ Divisione
agli ordini del Generale Enrico Cosenz tra i primi ad al Regno d’Italia
entrare in città, assieme ai bersaglieri, dal varco aperto
40 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III