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PAGINE DI STORIA














              Destreggiandosi nel                                   Manera fornisce ad ognuno dei documenti – da lui
                                                                    stesso redatti - che attestano la cittadinanza italiana e
                                                                    30-40 rubli a testa e ordina quindi – una volta arrivati
                 caos delle ferrovie                                in Siberia - di raggiungere sempre in piccoli gruppi la

                                                                    Manciuria e, una volta riuniti, proseguire per la conces-
                      russe, il Magg.                               sione italiana di Tien-Tsin . «A Krasnojarsk nella Sibe-
                                                                    ria centrale i prigionieri devono scendere dai treni per
                                                                    spalare la neve alta più di tre metri. Fa un freddo mai
                   Manera riesce a                                  sentito in vita mia – scrive Arturo Dellai – si devono

                                                                    accendere fuochi lungo i binari per sgelare i binari» (Q.
               far attraversare agli                                ANTONELLI, I Dimenticati della Grande Guerra. La
                                                                    memoria dei combattenti trentini (1914-1920), Il Margine,
                Irredenti, suddivisi                                Trento 2014, p. 216). Da Arcangelo, sempre usando la
                                                                    linea ferrata, i restanti 600 ex prigionieri, divisi in gruppi
                                                                    di diversa consistenza numerica, raggiungono quindi
                   in piccoli gruppi,                               Harbin in Manciuria dove le caserme approntate dal
                                                                    console italiano non sono sufficienti ad accoglierli tutti
                     l’intera Siberia,                              e vengono smistati nelle località limitrofe di Nikol’sk,
                                                                    Ussurijsk  e  Laoshagou.  «Gli  Irredenti,  che  avevano
                                                                    mantenuto una organizzazione militare, avevano costi-
                nel gelo invernale,                                 tuito a Harbin pattuglie di due o tre uomini che, per
                                                                    turno, perlustravano la stazione ad ogni arrivo dei treni»
                     raggiungendo                                   (G. BAZZANI, Soldati Italiani nella Russia in fiamme
                                                                    1915- 1920, Legione Trentina, Trento 1933, p. 169). Da
                                                                    Harbin, sempre in treno, Manera organizza l’ultima
                 dapprima il porto                                  tratta del viaggio verso la concessione italiana di Tien-
                                                                    Tsin. Qui, suddivisi in quattro compagnie gli Irredenti
              di Vladivostok, dove                                  di Tien-Tsin ottengono “in prestito” i primi duecento
                                                                    fucili dal comandante delle truppe francesi e riprendono
              non sono disponibili                                  l’addestramento militare. «Così oltre 2500 italiani in
                                                                    pieno inverno siberiano, con pochi viveri e con pochis-
                                                                    simi mezzi, privi di cappotti e di indumenti invernali
                 imbarchi, e infine                                 compirono dal dicembre al febbraio un tragitto che può

                                                                    avere analogia con l’Anabasi dei diecimila di Senofonte.
                     la concessione                                 […] All’appello pronunciato in vista dell’oceano che si
                                                                    apre verso il Nuovo Mondo e che era per noi promessa
                                                                    di Nuova Storia non mancava nessuno» (G. BAZZANI,
               italiana di Tien-Tsin                                op. cit, p. 170). Nel giugno 1918 viene autorizzato l’ar-

                                                                    ruolamento volontario degli ex prigionieri di Tien-Tsin
                                                                    nell’esercito italiano e Manera sollecita una adesione di



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III  11
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