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A PROPOSITO DI...
tutto appariva tranquillo: la porta d’accesso era chiusa
regolarmente e dalle vetrate oscurate si scorgevano a
malapena la proprietaria e un uomo (un rappresentante
di preziosi). Il dovere gli impose di entrare per accertare
con esattezza quale fosse la situazione all’interno. La
porta gli fu aperta dalla donna, apparentemente tranquilla,
minacciata in realtà dai rapinatori nascosti dietro il
banco di vendita. I tre malviventi ebbero così la possibilità
– che sempre appare favorevole a coloro che agiscono
per prima e in malafede – di cogliere di sorpresa il
povero Costantini. Sebbene colpito dal fuoco incrociato
«nel tentativo di liberare gli ostaggi reagiva con decisione
ferendo uno dei rapinatori. Desisteva dall’azione soltanto
a seguito di un’ulteriore ferita al capo».
Dopo lo scontro a fuoco due banditi, facendosi scudo
ognuno con un ostaggio, uscirono dalla gioielleria
facendo perdere le proprie tracce. Uno dei due si fermò
e si diede alla fuga a bordo di una Mini Minor, tenendo
sotto minaccia dell’arma il proprietario e l’uomo che
aveva trascinato con sé. Il Carabiniere Daniele Gardin,
che era rimasto vicino all’autoradio, sebbene avesse
sotto tiro i due decise di non fare uso delle armi per
l’incolumità degli ostaggi riuscendo a memorizzare e
comunicare i particolari per le ricerche che, poi, con-
IL VICE BRIGADIERE
ALFREDO COSTANTINI sentirono la cattura dei malviventi. L’altro bandito
ferito venne immediatamente ammanettato e condotto
nemerita come allievo sottufficiale. Dopo due anni di in ospedale a Padova dove venne pure portato, in con-
corso, svolto prima a Velletri e poi a Firenze, nel giugno dizioni gravissime, il giovane vicebrigadiere. Alfredo
1981, ottenuta la promozione al grado di vice brigadiere, Costantini era stato colpito in più parti del corpo, ma
venne destinato alla Compagnia di Chioggia Sottomarina un proiettile in particolare lo aveva trapassato dalla
per l’impiego in qualità di capo equipaggio del Nucleo mascella alla parte occipitale della testa. Lo sforzo im-
Radiomobile e, nell’agosto dell’anno seguente, venne mediato dei sanitari fu enorme, ma le condizioni di Al-
trasferito con il medesimo incarico alla Compagnia di fredo purtroppo non migliorarono mai, neppure dopo
Abano Terme. Era in servizio a bordo dell’autoradio il lungo periodo di degenza. La drammatica situazione
quando nel pomeriggio del 14 aprile 1983 ascoltò via tenne in tensione i familiari e gli amici del giovane,
radio la nota di una rapina in corso presso la gioielleria come pure i colleghi e i superiori – anche il Comandante
Marchi di Montegrotto Terme e trovandosi in paese Generale dell’Arma, il Generale Valditara gli fece visita
proprio in quel momento vi si diresse rapidamente, in ospedale – ma dopo oltre cento giorni di agonia, tra-
mentre la Centrale Operativa allertava altre pattuglie scorsi senza mai riprendere conoscenza, la sera del 29
per attuare posti di blocco. Sul posto, innanzi all’oreficeria, luglio seguente spirò. Aveva solo ventitré anni! A lui
78 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO III