Page 75 - Layout 1
P. 75

CRONACHE DI IERI








                  I militari indigeni


                    erano sdegnati                                  per  la  morte  dei  carabinieri  ma  da  tempo  non  si

                                                                    sentivano più al sicuro a causa della scelta del governo
                        per la grazia                               di perdonare un uomo che meritava a loro giudizio di
                                                                    morire. Al termine delle indagini su quell’episodio che
                                                                    sembrava non avere un movente razionale, nel Colonnello
                     concessa a un                                  Cerica si formò la convinzione che la verità fosse stata
                                                                    detta dall’assassino solo nel primo interrogatorio, evi-
                      connazionale                                  dentemente ancora scosso per il tentativo di linciaggio
                                                                    al quale si era trovato esposto. La riprova di ciò venne
                       responsabile                                 annotata dal Cerica nel suo rapporto “… senza dubbio
                                                                    l’omicida ha avuto un istigatore. La causa sfugge”.
                                                                    La tesi dell’esistenza di un complice era stata rafforzata
                       dell’omicidio                                anche dalla testimonianza di uno dei carabinieri feriti

                                                                    nell’eccidio,  che  riferì  di  aver  visto  durante  gli  spari,
                       di due zaptiè                                dietro la recinzione del campo, un indigeno che incitava
                                                                    l’omicida. Anche in questo caso l’ufficiale scriveva: “Del
                                                                    resto  come  poteva  l’omicida  conoscere  l’esistenza  di  uno
                                                                    zaptiè  di  nome  Mohammed  Mohallin,  trasferito  dal
            aveva inizialmente ritenuto il Questore ricredutosi an-  Gruppo di Gimma a quello di Mogadiscio, se questo non
            ch’egli, a conclusione dei numerosi interrogatori, della  si era mai presentato? Probabilmente Mohallin si era in-
            bontà della propria tesi. Esclusa anche l’ipotesi della  contrato realmente con l’omicida esercitando sullo stesso
            carenza di disciplina nel campo, fu presa in considerazione  l’istigazione delittuosa.”
            un’ulteriore pista investigativa: quella del fanatismo re-  Conclusa l’indagine, prima di rientrare al suo comando,
            ligioso e dell’odio razziale. A far propendere per que-  il Colonnello Cerica rilevò anche altre criticità nella
            st’ultima ipotesi era il fatto che, nel corso dei colloqui  gestione della Scuola Allievi Zaptiè di Mogadiscio e
            avuti dal Cerica con le autorità civili, militari e i capi  inflisse così una punizione di otto giorni di arresto al
            indigeni,  all’ufficiale  era  stata  prospettata  la  tesi  che  capitano comandante della compagnia disponendone
            l’eccidio non si sarebbe probabilmente verificato se si  il successivo rimpatrio in Italia. Il 3 settembre 1938 da
            fosse data esecuzione ad una sentenza di morte emessa   Addis Abeba il Colonnello Cerica trasmise al vicerè
            nei confronti di uno Zaptiè di nome Said Mohamed,       d’Etiopia due distinte relazioni. Nella prima raccontò
            macchiatosi dell’omicidio di altri due zaptiè e che, no-  nei minimi dettagli la vicenda e le indagini effettuate
            nostante il parere contrario espresso sia dal comandante  per tentare di capire il movente dell’assassino, nella se-
            del Gruppo dei Carabinieri che dall’Avvocato militare,  conda  invece  relazionò  le  ripercussioni  sull’ambiente
            aveva ricevuto la grazia per l’intervento del Governatore.  militare e civile generate da quell’episodio. Le stesse re-
            Tale episodio, anche a detta di diversi zaptiè interrogati,  lazioni,  dopo  due  giorni,  furono  trasmesse  anche  al
            aveva  minato  la  serenità  e  il  senso  della  disciplina  e  Comando Generale dell’Arma. Il 10 settembre 1938,
            della giustizia all’interno del campo. Anche il comandante  al termine del processo per la strage dei carabinieri, lo
            degli zaptiè, un vecchio graduato con alle spalle più di  Zaptiè Mohamed Mur fu fucilato alla schiena.
            trent’anni di vita militare, aveva riferito al Colonnello
            Cerica che i suoi uomini erano assolutamente mortificati                                         Enrico Cursi



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO III  75
   70   71   72   73   74   75   76   77   78   79   80