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CRONACHE DI IERI
Giunto a Mogadiscio
da Addis Abeba dell’ausilio del Questore e dell’Ufficio Informazione
del Comando Truppe. Raccolte tutte le deposizioni
il Colonnello Cerica Cerica interrogò nuovamente l’omicida che, dopo aver
ritrattato tutte le precedenti versioni, asserì questa volta
verificò l’andamento di aver agito in stato di incoscienza e per il turbamento
che avevano provocato in lui gli scherzi e le prese in
delle indagini. giro di un suo compagno di Tukul, lo Zaptiè Gudei
Nur. Anche questa ennesima versione fu subito vagliata
e ritenuta non veritiera. Tramite l’interrogatorio dello
Volle incontrare, Zaptiè Gudei Nur, che negò con fermezza l’addebito a
lui mosso, emerse infatti che nel momento in cui fu
oltre il Questore ed il compiuta la strage questi si trovava in un altro luogo.
Le indagini svolte convinsero il Colonnello Cerica che
il movente della strage non fosse sicuramente da
Segretario Generale collegare alla gelosia per una donna contesa, così come
di Governo, anche i
capi indigeni locali
risultato delle indagini già compiute dall’autorità giu-
diziaria militare, decise di sentire in merito anche il
Questore ed il Segretario Generale di Governo.
I due interlocutori del colonnello avevano opinioni
differenti: il Questore riteneva plausibile che il gesto
dell’omicida potesse essere ricondotto ad un movente
passionale, magari per una qualche disputa legata
all’amore per una donna; il Segretario Generale sosteneva
invece che la causa della strage fosse dovuta all’assenza
di disciplina nella Scuola Allievi Zaptiè.
Tale diversità di opinioni, che contribuiva esclusivamente
a rendere l’esito delle indagini ancora più incerto,
indusse il Colonnello Cerica ad incontrare prima i capi
indigeni locali e, successivamente, a procedere all’inter-
rogatorio dei circa trecento militari nazionali e coloniali RITRATTO DI ANGELO CERICA DA COMANDANTE GENERALE
presenti nella base dove era avvenuta la strage avvalendosi DELL’ARMA DEI CARABINIERI
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO III 73