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PAGINE DI STORIA













                                                                    (con  a  capo  un  ufficiale  superiore  dell’Arma):  in
                                                                    sintesi  faceva  entrare  il  controllo  diretto  del  SIM
                                                                    sulle  notizie  ricevute  dall’organo  informatico  del-
                                                                    l’Esercito,  senza  attenderne  il  riversamento  alla
                                                                    Centrale Operativa di Roma.
                                                                    Gli otto Centri Controspionaggio con relativi Sotto-
                                                                    centri dovevano essere rimodulati e dislocati a Durazzo,
                                                                    Scutari, San Giovanni Medua, Pristina, Argirocastro,
                                                                    Drosevac, Tetovo,  Kicevo,  Korca,  Struga,  Pogradec,
                                                                    Porto Edda, Berat, Cefalonia, Zante, Santa Maura.
                                                                    Annotata la grave carenza di personale che parlasse
                                                                    lingue locali, suggeriva che si sarebbero dovuti con-
                                                                    trattare elementi, possibilmente non nativi, che co-
                                                                    noscessero l’albanese (nella misura del 40%), il ser-
                                                                    bo-croato (20%), il greco (20%) e un altro 20% senza
                                                                    particolari  conoscenze  linguistiche,  in  sostituzione
                                                                    del personale esistente. Un buon bacino di reclutamento
                                                                    potevano  essere  i  quadri  di  sottufficiali  o  militari
                 IL GENERALE CESARE AMÉ CAPO DEL SIM NEL 1940-43    dell’Arma  che  fossero  nati  in  quei  comuni  italiani
                    (DA INFORMAZIONI DELLA DIFESA N.1 DEL 2011)
                                                                    dove, oltre alla madrelingua, in casa si parlava l’albanese,
                                                                    anche se dialettale.
            criticità alle quali però, secondo Fagà, si poteva porre  Quali erano veramente gli obiettivi, dichiarati e non,
            rimedio: non vi era abbastanza personale e soprattutto  di questa riorganizzazione, come la proponeva Fagà,
            questo (ufficiali e truppa), non era stato orientato sui  a parte una più attiva diretta partecipazione in loco
            specifici compiti affidati al Controspionaggio e sulla azione  del  SIM?  Era  necessaria  l’individuazione  puntuale
            da svolgere… Il personale presente non aveva conoscenza  della rete sovversiva interna, che fino a quel momento
            delle  lingue  parlate  dalle  popolazioni  con  le  quali  era sfuggita nella sua interezza agli organi informativi;
            veniva in contatto. Nonostante questo serio problema    serviva  una  più  approfondita  conoscenza  dell’orga-
            linguistico, Fagà vedeva con diffidenza l’uso del per-  nizzazione  della  propaganda  serbo-bulgara-greca  a
            sonale  albanese,  caldeggiando  l’opportunità per ovvie  favore  dei  nemici  inglesi.  Occorreva  anche  meglio
            ragioni cautelative di disimpegnarsi dall’elemento albanese  comprendere la posizione delle autorità locali verso
            sulla cui fedeltà non ci si può fidare…                 gli  italiani:  quale  fedeltà  avessero  nei  confronti  del
            Le sue proposte per una riorganizzazione del servizio   governo  fascista  o  qual  tipo  d’ostilità  che  spesso  si
            di  controspionaggio  in  Albania  furono  le  seguenti,  manifestava  in  un  aiuto,  nemmeno  tanto  nascosto,
            interessanti ma soprattutto esplicative della prevista  all’attività informativa nemica o in ostacoli evidenti
            realtà operativa di quel Centro.                        posti, con varie modalità, all’attività del controspio-
            Secondo  Fagà,  sarebbe  stato  utile  (‘indispensabile’  naggio italiano.
            come  si  evince  dal  testo  della  relazione),  costituire  Bisognava provvedere alla protezione del segreto mi-
            una Centrale presso l’Ufficio ‘I’ d’Armata che avrebbe  litare, che aveva presentato numerose falle di sicurezza
            dovuto avere il nome di Sottosezione Bonsignore A       e soprattutto potenziare una più energica azione repressiva



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO III  47
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