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CRONACHE DI IERI
di SIMONA GIARRUSSO
A
meno di dieci chilometri
dal capoluogo toscano, nel comune di Pontassieve, si zionare nel settembre del 1944, subito dopo la liberazione
della zona. Nella primavera del 1945 la guerra sembrava
trova la frazione di Molino del Piano. E’ un piccolo quasi un ricordo. Gli abitanti del paesino erano tornati
borgo che si erge su una collina. Tutt’intorno montagne, alle rispettive occupazioni. Il 13 maggio, nella ricorrenza
abetaie, foreste di faggi e castagneti, con il loro sottobosco dell’annuale festività, al santuario della Madonna delle
di mirtilli e funghi, pendii scoscesi e profonde valli Grazie al Sasso di Santa Brigida si svolgeva una sagra di
scavate da impetuosi torrenti. Tortuose piste e lunghi ringraziamento per la fine della guerra e il conseguente
sentieri battuti da coloro che durante il secondo conflitto scampato pericolo.
mondiale avevano scelto la via della montagna per Come ogni anno, erano convenute dai paesi limitrofi e
sfuggire alla leva e all’invasione tedesca. Uomini impegnati da Firenze oltre duemila persone. La tutela dell’ordine
nel soccorso ai soldati italiani sbandati e ai partigiani pubblico era stata affidata al Maresciallo Zuddas che
che, sotto sigle diverse, operavano sul Monte Giovi, la aveva ai suoi ordini i Carabinieri Salvatore Cundari,
“montagna dei ribelli”. E poi oscure grotte. Profonde ca- Antonio Cacciavicca e Urbano Innocenti. La cerimonia
verne. Rifugi per la popolazione colpita dai bombardamenti. religiosa del mattino e, in generale, tutta la festa, si erano
In queste terre, la saldatura tra mondo contadino e Resi- svolte in buon ordine, nonostante la presenza di qualche
stenza fu eccezionale; i paesani offrirono in ogni momento disturbatore. Almeno fino al pomeriggio…
appoggio e assistenza ai partigiani, fornirono nascondigli Si era ormai fatta l’ora di cena quando il comandante in-
durante i rastrellamenti, prestarono aiuti materiali. Anche terinale del Gruppo Interno di Firenze, il Maggiore
l’Arma diede il suo contributo alla lotta partigiana. Carlo Gasbarre, venne informato, a mezzo fonogramma
Al proclama dell’Armistizio, l’8 settembre 1943, la locale della Regia Questura di Firenze, che presso il santuario
Stazione dei Carabinieri contava nella forza effettiva quattrocentesco si era verificato un gravissimo fatto di
cinque militari. Tutti si sottrassero al nuovo regime. sangue. Tre persone erano rimaste uccise: un ex partigiano,
Compreso il comandante, il Maresciallo Maggiore trat- il Maresciallo Zuddas e suo figlio Antonio. Al Prefetto
tenuto Carmine Zuddas, che si prodigò nell’aiutare molti era stato riferito che quel giorno, nel corso della cerimonia,
giovani perseguitati dai nazifascisti e collaborò con i si erano presentati alcuni giovinastri che, con fazzoletti
partigiani che operavano sul complesso montuoso del rossi e vestiti con abiti succinti e irriverenti, come anche
Monte Giovi e nella zona di Galiga, nel territorio di reggiseni e altri indumenti femminili, disturbavano la
Pontassieve. La Stazione, dove per un breve periodo si funzione. Erano militari in permesso del Corpo Italiano
erano accasermati i soldati tedeschi, aveva ripreso a fun- di Liberazione (C.I.L.) inquadrati con le truppe alleate.
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO III 65