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PAGINE DI STORIA
S toricamente l’Amministrazione fore- sensibilità che si manifestò sul piano politico- legislativo
attraverso importanti provvedimenti normativi.
stale si è trovata ad operare alle sue
Con una legge del 1871 (legge 20 giugno 1871, n. 283),
origini in condizioni notevolmente di-
verse da quelle dell’epoca attuale. Le
furono compiuti due importanti passi positivi: primo,
idee liberiste, che dominarono le diverse
21 boschi di proprietà demaniale, per oltre 50 mila
ettari, furono dichiarati inalienabili, vincolati alla desti-
attività economiche sino alla fine
dell’800 consideravano i boschi alla
stessa stregua delle altre risorse, senza
alla forma dell’alto fusto; secondo, la loro gestione fu
sottratta alle diverse Amministrazioni che l’avevano
dare il dovuto rilievo, tra i criteri di
gestione, a quello della conservazione perpetua della nazione boschiva, e indirizzati, ove già non lo fossero,
tenuta in precedenza e affidata al Ministero dell’agri-
coltura forestale in atto. coltura, industria e commercio, che li gestiva sulla base
Il Regno d’Italia, al momento della costituzione nel di piani economici, avvalendosi dell’Amministrazione
1861, venne ad ereditare un vasto patrimonio boscato forestale governativa.
o comunque d’interesse forestale, pervenuto dai demani Successivamente, a partire dalla prima legge forestale
degli ex Stati, valutabile intorno a 200 mila ettari. In del 1877, venne sempre più riconosciuta l’importanza
particolare, si trattava di foreste che avevano fatto dei boschi per la tutela idrogeologica e iniziò a svilupparsi
parte dei beni delle corone, oppure erano state dotazione una certa coscienza conservazionistica della foresta per
di fonderie o degli opifici statali, o ancora di beni ex le sue molteplici funzioni.
feudali. Questo patrimonio si accrebbe dopo il 1866, Ma dovevano trascorrere altri trenta anni per la pro-
con l’annessione del Veneto (con la quale pervennero le mulgazione di una nuova legge forestale, strumento
foreste del Cansiglio, di Somadida, di Valle Imperina e con il quale si intendeva risvegliare e creare la coscienza
molti altri boschi) e con l’incameramento da parte dello
Stato di beni di congregazioni religiose (legge 7 luglio I boschi dello Stato
1866, n. 3039).
Per l’Italia di allora tutti questi terreni sembravano
avere un significato quasi esclusivamente patrimoniale sono dichiarati
ed economico, con le connesse preoccupazioni di uno
L’erario pubblico reduce dalle campagne che si erano inalienabili e saranno
sfruttamento poco efficiente.
susseguite dal 1848 in poi, si dibatteva in severe ristret-
tezze; il Paese, con poche e sparute attività industriali, amministrati
viveva soprattutto sui proventi di un’agricoltura e di
una pastorizia che in molte regioni erano rimaste ferme dal Ministero
su posizioni millenarie, e attendevano nuovi impulsi
solo dalla disponibilità di nuove terre; le teorie liberiste
suggerivano allo Stato di lasciare ai privati l’iniziativa di Agricoltura
della produzione e del commercio.
Così in un primo tempo lo Stato avviò l’alienazione di per mezzo
buona parte di questi terreni, trattenendo solo quei
glieria, ai telegrafi e alle regie manifatture (R.D. 14 set- dell’Amministrazione
boschi il cui legname era destinato alla marina, all’arti-
tembre 1862, n.812). Fu questo l’inizio di un amaro pe-
riodo per il patrimonio forestale italiano. forestale governativa
Fortunatamente qualche anno dopo, emerse una nuova
68 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II