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PAGINE DI STORIA
È un’esecuzione
spietata, preparata
L’AGGUATO
E’ una sera d’estate, una di quelle sere in cui non spira nei minimi dettagli,
un alito di vento, il cielo è stellato e la calma regna so-
vrana. Nella piccola borgata di Ficuzza, a pochi chilo- che non lascia dubbi
metri da Corleone, il 20 agosto 1977, le persone che
villeggiano hanno appena ultimato di cenare ed alcune
escono di casa in cerca di un po’ di refrigerio. sulla matrice mafiosa
L’orologio della piazza segna le 21.30 quando il Ten.
Col. Giuseppe Russo, in vacanza con la moglie Merce-
des Berretti e la piccola Francesca Benedetta, si unisce sione dei killer è alta e nel far fuoco uno degli assassini
al professore Filippo Costa per una breve passeggiata. inciampa, cade addosso all’ufficiale e perde perfino gli
I due camminano sotto il porticato della Real Casina di occhiali. Alzatosi gli esplode il colpo di grazia per fi-
Caccia borbonica, situata all’interno della riserva natu- nirlo, perché vuole essere certo che l’esecuzione sia com-
rale dell’omonimo bosco della Ficuzza e si dirigono pleta e per questo mira alla testa.
verso un bar. Anche il killer che imbraccia il fucile esplode il colpo di
Russo indossa camicia e pantaloni, parla del più e del grazia al Costa che è già a terra gravemente ferito.
meno con il professore e si sofferma di tanto in tanto E’ un agguato preparato nei minimi dettagli che non la-
per poi riprendere il passo. Giunti al bar, il colonnello scia dubbi sulla matrice mafiosa e che in quell’estate di
entra per fare una breve telefonata, mentre il professore quarant’anni fa desta molto scalpore.
lo attende all’esterno. Un minuto dopo i due si ricon- La Fiat 128 utilizzata per il duplice omicidio, poi ritro-
giungono e riprendono a passeggiare. vata completamente bruciata, risulterà rubata a Pa-
In quell’istante una vettura, una Fiat 128 color verde lermo il 25 luglio, 26 giorni prima.
con a bordo alcuni uomini, imbocca il viale principale L’uccisione dell’ufficiale e del suo amico interrompe il
della borgata procedendo lentamente. Raggiunta la percorso professionale di un prode ed autentico servi-
parte alta della piazza, la macchina effettua una inver- tore dello Stato, la cui vita era stata interamente dedi-
sione ad “U” fermandosi nei pressi dell’abitazione del- cata al servizio. Russo non aveva ancora compiuto 50
l’ufficiale. anni, ma aveva speso i suoi anni migliori nell’Arma,
Il Ten. Col. Russo, in quell’istante estrae dal taschino sempre in prima fila, sempre pronto a lottare, a investi-
della camicia una sigaretta e dalla tasca dei pantaloni gare, a combattere il crimine. Alla straordinaria capacità
una scatola di fiammiferi “Minerva”. Non farà in professionale, all’onestà e al senso del dovere, univa
tempo ad accendere la sua ultima sigaretta. l’orgoglio e la fierezza di indossare la divisa dell’Arma.
L’orologio della piazza segna le 22.15. Dalla vettura Il professor Costa era un galantuomo, un insegnante sti-
scendono quattro individui, tutti a volto scoperto, cam- mato e benvoluto da tutti che, per mera sfortuna, si era
minano lentamente e si dirigono verso i due amici. trovato casualmente a passeggiare con l’amico carabi-
Appena al loro cospetto aprono il fuoco con pistole ca- niere. Una ricostruzione dettagliata dell’agguato ma-
libro .38, tranne uno armato di fucile caricato a pallet- fioso compare il giorno dopo su “Il Giornale di Sicilia”
toni che, come in seguito accertato dall’Arma, ha il a firma del cronista Mario Francese che, a distanza di
compito di uccidere il professor Costa in quanto testi- meno di due anni dalla morte dell’ufficiale, il 26 maggio
mone scomodo. 1979, sarà anche lui assassinato a Palermo per le scot-
E’ un susseguirsi di colpi esplosi a breve distanza: la ten- tanti inchieste che stava conducendo.
48 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II