Page 43 - Notiziario 2017-5
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PAGINE DI STORIA













             da uno studio dell’araldista Michele d’Andrea, non al-  dello stemma attuale; la scelta di una corona speciale
             legato  al  fascicolo  della  Presidenza  del  Consiglio  dei  che timbrerà lo stemma della Forza Armata e degli altri
             Ministri.                                              gerarchicamente inferiori”.
             Pregevole  è  la  rilettura,  elaborata  nella  relazione  del  Le scelte araldiche sono quindi motivate come segue:
             Comando Generale, del significato delle pezze araldiche  “La corona. La riforma Cossiga aveva creato, per gli
             e delle figure, soprattutto con riferimento allo stemma  enti militari dell'Esercito, una nuova corona murata di
             del 1952, rispetto al quale - in maniera che non sembra  otto torri (cinque delle quali visibili). Fu una riforma
             allo scrivente trovare pieno riferimento nelle motivazioni  importante,  perché,  per  la  prima  volta  nell'araldica
             araldiche originali riportate nella domanda dello stemma  militare del dopoguerra, era stato introdotto un elemento
             del 1935 e nello studio di quello del 1952 - si afferma  unificante e, soprattutto, un richiamo nitido e inequi-
             che “nel 1952, lo stemma assunse una foggia radicalmente  vocabile al nostro ordinamento repubblicano.
             diversa: dallo scudo, adeguato alla forma sannitica e al-  Come le altre, la nuova corona avrà otto torri (cinque
             l'ornamentazione esteriore degli altri enti militari del-
             l'Esercito  (di  cui  i  Carabinieri  costituivano  la  prima        “L'albero
             Arma), scomparvero quasi tutti gli elementi originari.
             Quelli che furono conservati, risultarono modificati nel
             significato e nella collocazione. Il campo principale si       sarà d'argento,
             presentò allora come un tagliato di azzurro e di rosso;
             nel I, una branca di leone d'oro, muovente dal margine          fruttato d'oro,
             destro dello scudo, ghermiva il serpente di verde, tra-
             sformando così l'originaria rappresentazione della sag-
             gezza costante nell'agire (la combinazione mano-serpente)    a simboleggiare
             in un simbolo più legato all'azione repressiva; nel II,
             una quercia d'argento, simbolo della saldezza. Scomparve,          la fecondità
             naturalmente,  il  vecchio  capo,  sostituito  da  un  capo
             onorifico d'oro, in ricordo delle due Medaglie d'oro al
             Valor  Militare  concesse  alla  bandiera  dell'Arma.  La  dei principi e degli
             granata infiammata fu spostata all'esterno dello scudo,
             dove si combinava con altri elementi uniformologici e   ideali dell'Arma, che
             militari.” La relazione evidenzia che “lo stemma di cui
             si chiede la concessione è il risultato di un recupero di
             tutti gli elementi succedutisi nella vicenda araldica del-  attraversano intatti
             l'Arma dei Carabinieri, innestati in un percorso araldico
             rigoroso e in un modello grafico ritenuto più armonico”           e rinvigoriti
             e,  pertanto,  le  linee  guida  scelte  per  la  creazione  del
             nuovo stemma rappresentano “il recupero, per quanto               il succedersi
             possibile, del primo stemma dell'Arma, uno tra i più
             eleganti  dal  punto  di  vista  della  forma  araldica,  di
             grande efficacia per il suo messaggio simbolico, di im-   delle generazioni”
             mediata riconoscibilità; la conservazione degli elementi




                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II 43
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