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CARABINIERI DA RICORDARE
Dopo l’8 settembre Tanto bastò a decidere per la condanna a morte per
fucilazione. A questo breve “processo” non aveva as-
sistito la povera Caterina che, accommiatatasi dal
e l’occupazione figlio, stava rientrando a casa nella vicina frazione di
Allegrezze.
Il Carabiniere Badinelli accettò con rassegnazione la
nazista, per sentenza chiedendo di potersi confessare.
Il permesso inizialmente gli fu negato, ma intanto un
sfuggire alla ragazzo era corso a chiamare il parroco del paese,
Monsignor Giuseppe Monteverde, che raggiunta af-
fannosamente la Casa Littoria, prima che tutto si
possibile cattura, compisse, ebbe modo di trascorrere alcuni minuti
con Albino, raccogliendo la sua confessione e il
perdono per coloro che stavano per ucciderlo.
si era dato alla Gli lasciò un crocifisso che tenne stretto fra le mani e
baciò pochi istanti prima del supremo momento.
macchia e aveva Il giovane carabiniere, accompagnato dal religioso,
fu condotto da due militari sino al cimitero e spinto
verso il muro di cinta. Una raffica di mitra troncò per
raggiunto la famiglia sempre la sua esistenza e la testimonianza di una
ragazza del luogo ci racconta questi ultimi momenti:
«…mi trovavo presso amici di Genova (ospiti a loro
in Liguria volta nella casa di Mons. Monteverde in Santo Stefano
d’Aveto) e dalla finestra della cucina vidi avanzare –
proveniente dalla Casa Littoria in direzione della
una rappresaglia e di dar fuoco alle case del paese se
non si fossero presentati i giovani mancanti alla chia- Si consegnò ai
mata alle armi. Così, si presentarono alla spicciolata
alcuni giovani renitenti ed ex militari sbandati e fra
questi anche il Carabiniere Badinelli. militari della
Albino – secondo fonti familiari – avrebbe confidato
a casa che se fossero stati uccisi gli ostaggi anche per Repubblica di Salò
sua colpa, per non essersi costituito al Maggiore
Cadelo, in coscienza non avrebbe più avuto pace.
Sua madre Caterina aveva deciso di accompagnarlo, perché fossero
sperando in un benevolo atteggiamento degli assedianti.
Il comandante del reparto della “Monte Rosa” – se- rilasciati gli ostaggi e
condo alcune testimonianze – contestò al Badinelli la
mancata immediata presentazione, così come stabilito
dai bandi, e un maggior grado di colpevolezza in fosse risparmiato il
quanto, secondo il suo status di appartenente all’Arma
dei Carabinieri, avrebbe dovuto indurre gli altri soldati
sbandati a presentarsi prontamente allorquando era paese
stato dato tale ordine mediante manifesto.
94 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO II