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CRONACHE DI IERI

CARABINIERI REDUCI DALL’OPERAZIONE DI MORGOGLIAI: OLTRE AL CAPITANO GIUSEPPE PETELLA, AL MARESCIALLO LUSSORIO CAU
E AL VICEBRIGADIERE LORENZO GASCO (SESTO, QUINTO E OTTAVO DA SINISTRA) FIGURANO IN FOTO IL VICEBRIGADIERE AMBROGIO
SPISSU E I CARABINIERI ANGELICO TOLU, GIUSEPPE TIMO, ETTORE BALSINI, MICHELE CHIABAI, SALVATORE MUSU E STEFANO CABONI

rella, Mariantonia, detta “Sa Reina” (la regina), che           ben 148 Carabinieri e 53 Fanti, raggiunse la fitta ed
li surclassava in efferatezza, si presentasse dai pos-
sidenti locali perché questi le cedessero denaro, ani-          impervia boscaglia di Morgogliai per catturare i 5
mali da allevamento e altri beni.
Il Capitano Giuseppe Petella, Comandante della                  criminali, circondando l’intera zona con una pode-
Compagnia di Nuoro, il Brigadiere Lorenzo Gasco,
della Stazione di Dorgali, il Brigadiere Lussorio               rosa azione militare di rastrellamento.
Cau, Comandante della Stazione di Orgosolo e il
Carabiniere Aventino Moretti della Stazione di                  Il motivo di un simile schieramento ce lo ha spiegato
Oliena furono tra i principali protagonisti dell’ope-
razione che le cronache del tempo ribattezzarono                Giulio Bechi, al tempo Tenente al comando del re-
“battaglia del Morgogliai” e che consentì di porre
fine alle scorribande della banda Serra Sanna.                  parto di Fanteria che partecipò all’operazione e che,
Grazie alle perlustrazioni del Brigadiere Cau, trave-
stito da pastore, fu possibile finalmente localizzare           Colonnello di Fanteria, cadde eroicamente il 30 ago-
la banda nella zona impervia del monte Morgogliai,
tra Orgosolo ed Oliena.                                         sto 1917 a Gorizia (I G.M.), venendo decorato di
Il 10 luglio 1899, il Capitano Petella, alla testa di
                                                                Medaglia d’Oro al Valor Militare. Lo stesso, nel suo

                                                                libro “Caccia Grossa” racconta:

                                                                “Parrà un po’ strano, forse, di aver messo in moto
                                                                tanta gente, duecento e più uomini, per acchiappare
                                                                cinque malandrini; eppure non c’è n’è proprio di
                                                                troppo a volersi lanciare con successo in una di
                                                                quelle cacce alla belva umana, dove un solo bandito,
                                                                appiattito nel folto di una macchia o sulla punta
                                                                inaccessibile d’un dirupo, mira, spara, con diabolica

46 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO II
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