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CRONACHE DI IERI
I prigionieri
Le due del pomeriggio giunsero in fretta. I carabinieri sfilarono uno ad uno
confidavano anche nella complicità di un brigadiere attraverso un buco
di P.S. di guardia a San Gregorio, che aveva ricevuto della recinzione.
una lauta ricompensa in denaro per il suo “aiuto”.
Attraverso un buco creato nella rete metallica di re- L’operazione si
cinzione del giardino del monastero, il Sottotenente concluse con
Marullo con tre dei suoi uomini riuscì ad entrare successo, tutti erano
nella prigione. stati portati
Pistole in pugno immobilizzarono le guardie presenti in salvo, la beffa
nel giardino e le disarmarono. Immediatamente i era consumata
prigionieri, approfittando del trambusto venutosi a
creare, sfilarono uno ad uno attraverso lo stesso
buco della recinzione dal quale avevano fatto irruzione
i carabinieri e raggiunsero rapidamente via delle
Camelie, seguiti dai militari, dove alcune automobili
erano in sosta ad attenderli.
L’operazione si era conclusa con successo, i prigionieri
portati in salvo, la beffa consumata.
Mentre le macchine si allontanavano a tutta velocità
echeggiavano nell’aria colpi di arma da fuoco, sempre
Scomoda era più lontani così come lo spettro della deportazione
la presenza in città per quelle persone, nuovamente libere.
L’allarme, svanita la sorpresa della repentina azione
dei carabinieri, militare, era stato lanciato dai poliziotti di guardia.
animati dalla fede Il colle Celio fu invaso in men che non si dica da nu-
nella Patria e pronti merosi agenti che organizzarono una grande retata
ad impedire ogni nei dintorni di San Gregorio.
Due dei carabinieri che avevano preso parte all’ope-
violenza razione, gli Appuntati Talamo e Lobefaro, non tro-
vando posto per la fuga sulle macchine tentarono,
dopo essersi sbarazzati delle loro pistole, di confon-
dersi tra la gente.
Purtroppo furono riconosciuti e arrestati dalla polizia.
Trascorsero più di venti giorni reclusi, interrogati e
duramente torturati tra Regina Coeli e via Tasso.
La confessione del loro coinvolgimento non fu però mai
resa ai loro aguzzini e la beffa subita restò impunita.
Raffaele Gesmundo
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO II 37