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il posto a formazioni arbustive acidofile, e quin-
di compare il brugo. Queste zone sono oggetto
di ingresso di pino marittimo (Pinus pinaster),che
introdotto in zona per rimboschimento di aree
denudate, ha trovato un substrato talmente
favorevole da rendere necessario un conteni-
mento. Pure introdotto e coltivato sia come
fustaia che come ceduo, il castagno è largamen-
te diffuso con individui e ceppaie di dimensioni
considerevoli.
Nei versanti meridionali vegetano il leccio e la
macchia mediterranea con una ricca partecipa-
zione di eriche. Il substrato acido consente
l’affermazione della sughera, favorita nei vari
tagli per il prezioso prodotto. Il leccio è visibi-
le con soggetti di grande maestosità e bellezza, posizioni più basse, che vengono quindi occu-
frequenti nelle zone sommitali più prossime al pate dalle specie che tollerano meno il caldo e
castello. le escursioni termiche. Esemplari di pregio per
La riserva ospita specie insolite rispetto a quota dimensioni e portamento sono frequenti nelle
e latitudine, la cui presenza può essere definita piccole aree pianeggianti poco sopra il torrente
relittuale, relativa cioè a quanto è rimasto a Farma
seguito delle profonde mutazioni climatiche Sotto copertura l’agrifoglio (Ilex aquifolium) e il
avvenute nei millenni passati. L’ultima glacia- tasso (Taxus baccata) riescono a garantirsi quel-
zione infatti ha sospinto le specie meno la sufficiente umidità atmosferica tipica del
esigenti di caldo e più montane ad occupare clima atlantico che prediligono.
latitudini e quote sempre più basse. Il progres-
sivo surriscaldamento del clima che ne è
seguito ha riportato tali specie nelle collocazio-
ni nelle quali siamo abituati a trovarle adesso, RISERVA NATURALE
cioè a quote e latitudini più elevate. In determi- STATALE DEL BELAGAIO
nate condizioni di giacitura ed esposizione tali
specie hanno trovato il modo di continuare a Carta d’identità
vegetare. Nel bosco del Belagaio l’esempio più
Superficie: 157 ettari
eclatante è dato dalla presenza della betulla Regione: Toscana
(Betula pendula), specie che conosciamo tipica Provincia: Grosseto
dei climi continentali, con inverni rigidi ed esta- Istituzione: 1980
ti fresche e piovose. Ma altri esempi meno
estremi sono dati dal tiglio selvatico (Tilia corda- Come raggiungere la riserva
ta) o dall’acero montano (Acer pseudoplatanus). da Grosseto si raggiunge Roccastrada e da
Anche il faggio (Fagus sylvatica) è presente nei qui si continua in direzione di Torniella.
Prima della località Piloni si gira a destra
boschi, specie lungo i fossi e nelle giaciture che
imboccando la Provinciale del "Belagaio" e,
consentono quel livellamento climatico cui la
dopo circa 7-8 chilometri, si arriva alla valle
specie è abituata, grazie ad una elevata umidità
che ospita la riserva.
del suolo e dell’atmosfera. Contrariamente a
quanto ci si aspetterebbe quindi il faggio si Numeri utili
trova al Belagaio a quote più basse del leccio. Corpo forestale dello Stato
Questo è dovuto anche al fenomeno climatico Ufficio per la Biodiversità di Follonica (GR)
dell’inversione termica, che fa sì che durante la tel. 056640019
notte l’aria fredda, essendo più pesante, nei ver- utb.follonica@corpoforestale.it
santi collinari tenda a scivolare verso le
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