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L’Unione Internazionale per la
Conservazione della Natura
(Iucn), inoltre, stima che in poche
decine di anni scompariranno più
di 20 mila piante da fiore. Le api
domestiche sono accudite, alme-
no in parte, dagli apicoltori
mentre le api selvatiche hanno
bisogno, per formare colonie, di
ambienti incontaminati sempre
più rari.
Il polline è la principale fonte pro-
teica per le api. Greenpeace ha
individuato 7 insetticidi il cui uso
dovrebbe essere limitato e che
non andrebbero dispersi in
quindi di una dieta variata, basata su tipi diversi ambiente (imidacloprid, thiamethoxam, clo-
di fiori, è essenziale per la sopravvivenza delle thianidin, fioroni, clorpirifos, cipermetrina e
api. Senza insetti impollinatori, uomini e anima- deltametrina), tutte sostanze molto diffuse in
li avrebbero difficoltà a trovare il cibo di cui Europa. Ulteriori problemi per le api derivano
hanno bisogno per la propria alimentazione e dall’esposizione cronica a basse dosi con effet-
sopravvivenza. Delle 100 colture da cui dipende ti sub-letali (compromissione della capacità di
il 90 per cento della produzione mondiale di raccolta del polline, perdita di orientamento e
cibo, 71 sono legate proprio al lavoro di impol- incapacità di tornare alle arnie e spostarsi in
linazione delle api. Il servizio di impollinazione modo efficiente, compromissione della capaci-
naturale offerto dalle api varrebbe ogni anno tà di apprendimento legata alla memoria
circa 265 miliardi di euro. Anche dal punto di olfattiva, aumento della mortalità e sviluppo di
vista economico, quindi, esiste tutto l’interesse a disfunzioni anche in larve e regine). Dalle
difenderle. ricerche scientifiche è emerso come il poten-
Pappa reale dalla Cina
onfezioni di pappa reale proveniente dalla Cina e pronte per essere vendute “on line” come
prodotto italiano. A contrastare la tendenza “più melliflua” del mercato illegale ci ha pensato
C il Corpo forestale dello Stato (Comando Provinciale di Ancona, NIPAF di Latina e Milano).
Il responsabile, residente a Latina, è stato denunciato per frode in commercio. Dalle indagini è emer-
so, infatti, come l’uomo acquistasse il prodotto cinese all’ingrosso da una ditta del perugino e
ricorrendo a diversi raggiri come la vera e propria falsificazione dei certificati di analisi o la dichiara-
zione di lotti di produzione inventati per una tracciabilità assente o fasulla, lo proponeva come
italiano e di propria produzione. Le analisi dei campioni effettuate dall’Agenzia per i Servizi nel
Settore Agroalimentare delle Marche (ASSAM) di Jesi (AN) hanno confermato l’origine cinese del pro-
dotto. Diverse le irregolarità scoperte presso l’impresa perugina e comunicate ai Servizi sanitari
locali per l’adozione dei provvedimenti di competenza: detenzione e vendita di miele e derivati in
assenza di autorizzazioni e inosservanza delle garanzie igienico-sanitarie e delle regole per una cor-
retta tracciabilità. Nel mirino dell’inchiesta anche un acquirente della provincia di Milano e i
quantitativi di pappa reale da lui acquistati e poi finiti sotto sequestro. Secondo le stime del COPAIT
(Associazione per la produzione e valorizzazione della pappa reale fresca italiana) il prodotto italiano
verrebbe a costare, una volta messo in vendita, circa 600 euro al chilogrammo all’ingrosso contro i
circa 35 euro al chilogrammo pagati dal primo importatore dalla Cina nel territorio europeo. Una frode
paradossale su un prodotto potenzialmente salubre e rinvigorente.
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