Page 13 - Forestale N. 66 gennaio - febbraio 2012
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AMBIENTE / Territorio


                                                  MONTAGNE





                                        CHE FRANANO















          Si succedono le frane sull’arco alpino, ma il problema

          è molto diffuso in tutto il Paese, dove ne sono state segnalate
          oltre trecentomila, molte delle quali altamente pericolose

          di Nicolò Giordano










                ella recente rassegna fotografica di Lucio  Queste cime sono state  la palestra per generazio-
                Tolar, presentata a Roma nella sede  ni di appassionati alpinisti, che si sono avvicendati
                dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del  dalla fine dell’800 alla ricerca di ardimentose vie
          N Corpo forestale dello Stato, si fanno   tra le rocce per raggiungere un altopiano unico al
          notare, per la loro suggestione, alcune immagini  mondo, fino alla più recente “Supermatita”, per-
          riguardanti le montagne e i boschi avvolti dalla  corsa con solo sette chiodi da Maurizio Zanella
          nebbia.                                   (Manolo) e Piero Valmassoi nel 1980.
          Va riconosciuta all’autore, al di là della tecnica, la  Purtroppo, quando il 21 Dicembre 2011 la nebbia
          capacità di saper cogliere l’istante in cui si intra-  si è diradata, il Sass Maor aveva cambiato aspetto,
          vedono, mentre la nebbia si dissolve, i contorni  poiché  dalla parete est  si era staccata un’impo-
          della montagna, i colori delle chiome degli alberi  nente frana, lunga un centinaio di metri e larga
          e quello delle rocce, che si illuminano gradual-  oltre trecento, che dal Rifugio dei Cacciatori ha
          mente.                                    raggiunto il torrente Piandidali, travolgendo il
          Un’atmosfera particolare che ben conosce chi  sistema delle celebri vie di arrampicata, tra cui la
          percorre la strada verso il Passo Rolle, che ha  Direttissima e la Masada, molto note ai rocciatori.
          come cornice il complesso montuoso delle Pale di
          San Martino, dichiarato dall’Unesco Patrimonio Dolomiti in caduta libera
          dell’Umanità per la sua incomparabile bellezza,  Gli esperti cercano di interpretare il fenomeno
          per la varietà delle forme, per la particolarità della  che aveva già colpito altre aree come la Torre
          struttura geologica.                      Trephor a Cortina, il pilastro Castiglioni sulle


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