Page 12 - Forestale N. 66 gennaio - febbraio 2012
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          periodica “pulizia” degli alvei sicuramente ridur-  opere realizzabili solo a catastrofe avvenuta non
          rebbe la quantità di materiali trascinati dall’acqua  possono certo definirsi di mitigazione del rischio,
          che poi intasano le luci di ponti e provocano l’e-  ma esclusivamente di contenimento degli effetti
          sondazione a monte.                       catastrofici di eventuali nuovi eventi franosi che
          Ad esempio se nelle aree a maggior rischio si pro-  ripropongano analoghe frane nei valloni già
          cedesse, nella parte alta dei bacini idrografici, ad  svuotati dalle coperture piroclastiche sciolte e, di
          intervenire con opportune sistemazioni idraulico-  conseguenza, privi delle coperture piroclastiche
          forestali, limitando gli interventi ingegneristici,  sciolte già asportate negli eventi catastrofici del
          sicuramente le repentine e improvvise piene dei  maggio 1998.
          corsi d’acqua non si trasformerebbero in piene  Invece, appare non solo logica ma anche più effi-
          nella parte inferiore di detti bacini.    cace, la realizzazione diffusa di opere di difesa
          A questo proposito merita accennare alle opere  attiva nelle aree a quota più elevata dei rilievi, per
          di bonifica che sono state eseguite nell’area di  mitigare le cause d’innesco dei “fenomeni tipo
          Sarno  a seguito delle rovinose colate di fango del  Sarno”. Tali opere consistono nella sistemazioni
          maggio 1998 che hanno colpito la cittadina cam-  idraulico-forestali e idraulico-agrarie, diffuse sui
          pana, opere in calcestruzzo che sono consistite in  versanti, atte a conservare il suolo in loco e a
          canaloni e grandi vasche di raccolta  delle colate  regolare lo scorrimento delle acque superficiali, e
          di fango, opere ingegneristiche realizzate nelle  quindi idonee a limitare al massimo la mobilita-
          incisioni vallive. Per la mitigazione del rischio da  zione delle fragili coperture piroclastiche. Esse
          colate veloci di piroclastiti (tufi vulcanici) sciolte,  costituiscono, per secolare esperienza, il modo
          non sono assolutamente sufficienti le citate opere  migliore per svolgere l’azione di prevenzione del
          di difesa passiva, che costituiscono ulteriore ele-  dissesto idrogeologico. Non vogliono essere l’u-
          mento di disturbo al naturale deflusso delle acque  nica tipologia di interventi strutturali ma essere
          superficiali, sottraendo anche ampi spazi utili alle  complementari alle opere ingegneristiche, con-
          attività produttive del territorio. Inoltre, tali  centrate  nelle aste torrentizie.

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