Page 16 - Forestale N. 66 gennaio - febbraio 2012
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da soggetti legati a un’organizzazione di bracco-
nieri e falconieri dediti al traffico illegale di
rapaci.
L’attività di depredazione dei nidi è una forma di
bracconaggio praticata arrampicandosi con corde
e ramponi da alpinismo che, insieme al deteriora-
mento degli habitat naturali, costituisce una delle
principali cause della rarefazione di specie anima-
li ormai sull’orlo dell’estinzione come l’aquila del
Bonelli.
L’esemplare, nonostante avesse subito un parzia-
le imprinting è stato riadattato alla vita selvatica e
ha riacquisito l’autonomia predatoria grazie all’a-
zione degli specialisti della riserva regionale del
Lago di Vico (Viterbo) e dell’associazione “Ornis
Italica” e, una volta munito di ricetrasmittente, è
stato liberato in un’area segreta, per impedire che
potesse essere recuperato dai bracconieri.
“Turi”, così è stata chiamata l’aquila, è stato già
osservato predare autonomamente nei primi
giorni della liberazione e acquistare quota trovan-
do riparo su una cengia rocciosa.
L’aquila ha subito sfruttato le correnti termiche criminali coinvolti nelle indagini sono diverse:
favorevoli per eseguire spettacolari voli che le dalle sanzioni previste dalla legge relativa alle vio-
hanno permesso di perlustrare, per la prima volta lazioni della Cites in Italia, a quelle previste dalla
nella sua vita, l’ambiente selvatico dove dovrà legge sul prelievo venatorio, per aver prelevato e
imparare, in fretta, a difendersi da competitori detenuto specie protette e non cacciabili, nonché
naturali come corvi, falchi e aquile reali. per avere recato disturbo ai siti di nidificazione e
Comunque il rapace sarà monitorato nei suoi alle coppie di rapaci intente nella fase riprodutti-
spostamenti, trattandosi del primo caso in Italia va, di difesa e di svezzamento della prole.
di rilascio in natura di un esemplare di una specie Il commercio illegale di specie protette, ancora
così rara, recuperato e riabilitato dopo l’imprin- fiorente e fonte di cospicui guadagni illeciti (una
ting da parte dell’uomo. Tutta la complessa e coppia di aquile del Bonelli può fruttare sino a
lunga operazione, unica nel suo genere, servirà 20.000 euro), è fortemente deleterio per la con-
anche a sperimentare ed ottimizzare un protocol- servazione della biodiversità della nostra
lo innovativo per le reintroduzioni in natura di penisola, in particolare quella di un’isola così
fauna selvatica, soprattutto uccelli. ricca di endemismi come la Sicilia.
Va evidenziato che sull’isola non esistono più di
Un commercio da bloccare una quindicina di nidi di aquila del Bonelli che,
L’aquila del Bonelli è una specie inclusa nonostante le attività di contrasto sviluppate dai
nell’Appendice II della Convenzione internazio- Forestali e la preziosa opera dei volontari del
nale sul commercio delle specie in via d’estinzione Wwf, della Lipu e di altre associazioni, ogni anno
(Cites) e nell’Allegato A al Regolamento comuni- vengono “presi d’assalto” dai trafficanti.
tario 338/97 che dà attuazione alla Convenzione È la prima volta, nel nostro Paese, che l’intelli-
in ambito europeo. gence sul traffico illecito di specie tutelate porta
Per questo è generalmente vietato il commercio a ricostruire il giro del traffico illecito di rapaci, a
di questi esemplari e la loro detenzione in assen- partire dai nidi oggetto dell’illecito prelievo in
za di specifica certificazione Cites. La specie è, natura sino ai ricettatori finali, permettendo,
inoltre, considerata super protetta dalla normati- quindi, di recuperare dei soggetti razziati per la
va sul prelievo venatorio. Le imputazioni per i loro successiva reintroduzione in natura.
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