Page 6 - Forestale N. 59 novembre - dicembre 2010
P. 6
vano nel Corpo i sintomi di un ambientalismo
italiano e per certi versi internazionale ante litte-
ram. Dal progetto nel 1938 di parco nazionale
del Basso Giuba in Somalia fallito per il soprag-
giungere della guerra, al salvataggio della foresta
del Circeo divenuta parco nazionale nel 1934
quando la pur fedelissima Milizia Forestale
riuscì a strapparla a fatica alla bonifica voluta da
Mussolini, all’istituzione nel 1959 della prima
riserva naturale integrale quando gli stessi fore-
stali decisero di fermare le proprie asce di fronte
alla maestosità dei boschi millenari di Sasso
Fratino 30 anni prima di una legge organica sulle
aree protette e quando le associazioni ambienta-
liste erano ancora lontane da venire, fino alla
creazione di una rete nazionale per le aree pro-
tette. Non c’è stata battaglia per le cause della
© Archivio storico CfS forestali, da quella per salvare il lupo e l’orso, a
tutela ambientale che non abbia visto presenti i
quella per togliere Montecristo dalla mano degli
Arrigo Serpieri
speculatori che la volevano trasformare in un
resort di lusso, solo per fare qualche esempio.
A partire dagli anni ’80 l’Amministrazione foresta-
Sostenere l’economia rurale le comprese la necessità di passare dal principio
di tutela sia del bosco che del suolo e delle popo-
Ma fu nel testo della terza legge forestale del 1923
lazioni a quello di valorizzazione delle funzioni
che emerse il fondamentale concetto della corre-
lazione tra bosco ed agricoltura montana a
sostegno di un’economia rurale agevolata dalle
indispensabili opere ed infrastrutture per l’inse-
diamento umano. Tali norme scarsamente
utilizzate all’epoca, perché si pensò soprattutto ad
accentuare l’azione di controllo del territorio, ed a
rinsaldare i fragili versanti resi pericolosi dal
depauperamento boschivo precedente, furono
prese a modello della Legge Fanfani del 1952. Si
passava così dalla polizia forestale all’economia
montana. C’era bisogno di un grande piano
Marshall per la montagna. Ancora una volta i
Forestali furono pronti ad interpretare le necessi-
tà del momento e a trasformarsi in manager statali
per creare un’economia montana che potesse
intravedere nel turismo e nella presenza antropi-
ca motivi di benessere e di difesa del suolo.
Un’opera immensa di coordinamento che ha
riversato sulla montagna italiana valanghe di soldi.
Un ambientalismo
ante litteram
Accanto all’anima sociale e a quella più legata al Amintore Fanfani
controllo del territorio, già da tempo si spande-
Il Forestale n. 59 - 7