Page 11 - Forestale N. 55 marzo - aprile 2010
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La riserva di Montedimezzo è interamente L’altra specie fortemente dominante è il cerro,
boscata. Abbiamo in prevalenza cerro e faggio che caratterizza maggiormente le aree a margine
ma non mancano numerose altre specie autoc- della riserva.
tone quali l’acero di Lobelius, gli aceri montano, Ricca la presenza di mammiferi, tra cui il cin-
campestre e riccio, il carpino bianco, il frassino ghiale che scorteccia l’abete bianco, visto che va
maggiore, il nocciolo, il sorbo degli uccellatori, a grattarsi contro i suoi tronchi.
il ciliegio, il pero ed il melo selvatici, il prugno- Per l’avifauna vale la pena segnalare il falco pel-
lo e numerose altre specie significative per legrino, l’ortolano, il falco pecchiaiolo, il nibbio
l’alimentazione della fauna selvatica. reale, la balia dal collare, il biancone, la tottavil-
Ai margini del tratturo Celano-Foggia confinante la, l’averla piccola e la poiana. Tra gli invertebrati
con la riserva è presente un faggio di circa 25 meritano di essere segnalati il cerambice della
metri d’altezza e 300 anni di vita, noto come “Re quercia e la rosalia alpina, mentre negli ambienti
Faione”. umidi è da segnalare la presenza della sala-
Quanto alla fauna i Forestali ci raccontano che mandrina terdigitata e nel fiume Trigno vive il
il lupo comincia ad essere una presenza abitua- gambero di fiume, considerato un ottimo bioin-
le della riserva. Tra gli uccelli nidificanti nel dicatore.
bosco troviamo il falco pecchiaiolo, la balia dal
collare, la colombella, la tordela, il picchio mag- Andiamo a Pesche
giore e il picchio minore. Se Collemeluccio è perfettamente fruibile, grazie
a sentieri, percorribili a piedi e anche in biciclet-
Luoghi carichi di storia ta, con segnaletica di orientamento e riportati su
Dalla riserva di Montedimezzo vale la pena arri- cartografia, lo stesso non si può dire di Pesche,
vare a Vastogirardi dove osservare il castello e i dove forse finalmente sono in arrivo i fondi per
resti di un tempio appartenuto ai Sanniti. la sentieristica.
Questo antico popolo che diede filo da torcere ai Salendo a Fonte Maiuri, un’antica fontana di fine
Romani, che sconfisse nella storica battaglia delle Settecento restaurata dalla Forestale, troverete
Forche Caudine, è ricordato ancora in numerosi con un po’ di fortuna Antonio Cardillo, respon-
toponimi della zona. Se ci spostiamo a Colleme- sabile dell’Ufficio territoriale per la biodiversità
luccio, la prima domanda che viene spontanea è di Isernia, che vi spiegherà quanto ci tiene a
da dove derivi questo nome curioso. completare l’opera avviata con le altre due riser-
Pare risalga al cognome della nobildonna De- ve e rendere finalmente fruibile anche questa.
siderata Melucci, che lo avrebbe acquistato nel Non che non lo sia, perché è stata realizzata
1628 e portato in dote al Duca D’Alessandro di negli ultimi anni una strada bianca che la attra-
Pescolanciano. Comunque rimase a lui per più versa e che percorriamo con la Land Rover, ma
di due secoli prima di essere venduto a famiglie si potrebbe fare molto di più. A godersela per
del luogo e infine passare allo Stato. ora sono soprattutto i partecipanti a una gara di
L’indubbio valore naturalistico è dato dal tipo di corsa in montagna e a una di mountain bike che
bosco, all’80 per cento abete bianco, presente a si svolgono qui nel mese di luglio.
Collemeluccio con formazioni spontanee quali Siamo convinti che le mulattiere torneranno a
relitto delle antiche abetine che nei secoli e mil- popolarsi presto anche di famiglie a passeggio
lenni addietro ricoprivano la dorsale appenninica tra i tholoi, i caratteristici rifugi di pietra realiz-
e che oggi, oltre che in Molise, si ritrovano con zati dai pastori.
piccoli nuclei in Abruzzo, in Toscana e in Tra le mete di particolare interesse, il Colle San
Calabria. A Collemeluccio, le gestioni passate, Marco a monte del centro abitato di Pesche e la
basate su una moderazione dei tagli e sulla loro croce di Pesco dell’acqua, dalla quale si può
distribuzione su tutta la superficie del bosco, ammirare un vasto panorama che spazia dalla
hanno determinato un’ottima conservazione del- Majella al complesso dei monti del Matese, fino
l’abete bianco. Particolarmente abbondante e al capoluogo, Isernia, ai nostri piedi.
vigorosa, soprattutto laddove l’abete bianco si “A me questa riserva piace perché è la più pano-
mescola con il cerro, è la rinnovazione naturale. ramica” ci confessa Angelo Carnevale, dell’Ufficio
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